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Zona Franca: appello per un bassorilievo e per l’ex carcere

Per inciso – Capita spesso d’incontrare qualcuno che mi chieda: «Perchè non scrivi di …» e giù un piccolo-grande elenco di problemi da mettere in «vetrina». Puntualmente segue l’invito all’interlocutore affinché sia lui stesso a prendere «carta e penna» e ad esporli pubblicamente. Sono convinto che sarebbe molto meglio se ognuno contribuisse in prima persona, per quanto può, al superamento di «anormalità» che individua. Ultimo incontro in ordine di tempo, quello con l’amico Antonio D’Aprile (architetto, quindi occhio attento ed esperto): ha evidenziato, anche lui, un paio di «problemi», piccoli e grandi allo stesso tempo. «Piccoli» perchè basterebbe davvero poco per risolverli, «grandi» perché il primo ostacolo da superare è la volontà e la voglia di fare qualcosa e spesso è merce rarissima, una montagna invalicabile. Veniamo al punto, anzi ai punti, perchè sono due, stavolta.
Porta Revel, appello alle autorità militari – Alla fine di via Paolo Thaon De Revel – grande ammiraglio, unico con tale alto grado nella storia della Marina italiana della quale fu anche ministro – c’è il muro invalicabile (e, purtroppo, lo sarà per sempre) della Marina Militare, sul quale si sono infranti i sogni di intere generazioni di brindisini che sognavano di riappropriarsi di quell’area o quanto meno che fosse resa accessibile per transitare e raggiungere via provinciale san Vito, superando l’altra porta, detta Monsignore. Quel muro fu costruito intorno agli anni Venti del secolo scorso: sono passati circa cento anni, storicizzandosi quindi, per certi aspetti, andrebbe salvaguardato, cosa che non c’entra nulla con l’agognato transito. Sulla sinistra della porta d’ingresso si nota un bel bassorilievo raffigurante due tritoni separati da un tridente e intrecciati intorno ad una corda che termina con un nodo savoia dal chiaro significato araldico oltre che marinaresco. In pratica, questa bella e significativa scultura, essendo stata scolpita su materiale tufaceo, si sta lentamente deteriorando con grande rammarico di chi ama farsi (come D’Aprile) una quotidiana e salutare passeggiata da quelle parti e vede quella scultura scomparire. Quei tritoni sono anche il logo del Circolo Ufficiali della Marina Militare. Ed ecco il motivo e l’esigenza di rivolgersi alle massime autorità della Marina: vi costerebbe molto provvedere a far restaurare conservativamente quello che è un vostro simbolo oltre a fa parte della vostra storia … e anche della nostra?

Via del Mare, appello alle autorità cittadine – Prendiamo in esame l’area, su via del Mare, dove si sarebbe voluto costruire un parcheggio multipiano, idea troppo presto tramontata per i ritardi provocati dal rinvenimento di alcuni reperti archeologici. Ciò bastò a far naufragare quel progetto e condannò l’area, nonostante fosse stata dichiarata di rilevanza archeologica, all’abbandono e all’incuria. Su tutto dominano i resti delle mura della vecchia costruzione che passò dall’essere un luogo dedicato all’infanzia, come asilo infantile comunale retto dalle suore Francescane Missionarie d’Egitto, all’utilizzazione, negli Anni ‘40, come carcere giudiziario. Dovere del Comune sarebbe stato valorizzare quell’area grazie ai resti archeologici, ma purtroppo qualunque nostra testimonianza storica non ha mai avuto grande considerazione. Da qualche tempo sull’area insiste una attività commerciale destinata alla ristorazione, autorizzata con una motivazione forzatamente singolare e cioè che l’occupazione dell’area avrebbe eliminato lo stato di degrado, evidentemente lo stesso Comune voleva sopperire alle proprie carenze. Ma veniamo al nocciolo di questa segnalazione: i resti delle vecchie mura sono tra le cose più incedenti che questa città sia capace di «offrire». Vi sono stati diversi espedienti per «occultarle»: in periodo natalizio con l’installazione della natività, mentre negli altri mesi bastava un maxi manifesto pubblicitario che inevitabilmente le intemperie laceravano. Per concludere l’appello, rivolto a chi ha o dovrebbe avere una minima e necessaria sensibilità: ci vogliono poche migliaia di euro per eliminare quell’indecenza e non c’è crisi economica o debito pubblico che possa o debba impedire il ripristino della dignità e del decoro cittadino.

Giorgio Sciarra (Rubrica ZONA FRANCA – Agenda Brindisi – 12 febbraio 2021)

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