Autore: Attualità IN EVIDENZA

Unanime tributo consiliare: i mille sensi di viale Domenico Mennitti

La proposta di intitolare a Domenico Mennitti via del Mare, presentata dal consigliere Roberto Quarta, rappresenta ben più di un tributo postumo; è un riconoscimento simbolico dell’impronta lasciata da una figura storica che ha sapientemente tessuto il filo del sogno e della conoscenza nell’ordito della città. Un gesto, condiviso da tutti i gruppi consiliari, che racchiude mille significati, mai banalmente evocativi, che esorbitano dal senso di un nome inciso sopra una lastra di marmo.
Domenico Mennitti non era solo un uomo politico, ma un intellettuale la cui visione andava oltre la mera gestione amministrativa o lo sviluppo infrastrutturale; piuttosto, vedeva la città come un palcoscenico vivente per un dialogo più ampio tra storia, cultura e futuro. La sua politica era intrisa di un profondo senso comune e di un’immanente consapevolezza del ruolo unico di Brindisi come crocevia culturale e porta sul Mediterraneo. La sua era una visione che attingeva tanto al passato quanto guardava strenuamente al futuro. Un uomo che, ancor prima della declinazione politica del suo pensiero, credeva nella potenza dei sogni. Perché si parte sempre da un sogno. Ancor prima delle idee e dei progetti ci sono i sogni. E ogni volta che qualcuno ingaggia una battaglia in nome dei propri ideali azzarda una piccola rivoluzione.
Come quella di restituire il mare alla città, di liberarla dalle finte facciate, o di scommettere sulla conoscenza e sulla competizione delle idee e dei talenti, o infine di affermare che cambiando la forma della città si finisce per cambiare anche il modo di viverla. Ma quello di Mennitti non è soltanto un lascito, la finitura di ricordi scoloriti, ma la pratica rigorosa di una passione irrefrenabile, di un istinto a voler fare senza sosta, a proporre e dare seguito, a studiare, a scrivere, a sprigionare entusiasmo, a riconciliare storia e verità, a contagiare l’amore per il giornalismo. Un portatore sano di amore per la vita. Si pensi all’idea di istituire l’Istituto Studi Meridionali, per il quale aveva mobilitato tante personalità, studiosi e intellettuali sul tema aperto della «questione meridionale», o a quella di istituire a Brindisi master post-universitari. Dunque, qualcosa in più che un pezzo di storia.
Mennitti rileggeva con perseveranza l’essenza di Brindisi, una città che da secoli guarda verso il mare, non solo come via di commercio o strada per guerre e conquiste, ma come fonte di vita, di scambio culturale e di continua rinascita. La sua politica di rigenerazione urbana e ambientale era infatti una metafora di questa comprensione: ogni parco, ogni area riqualificata, ogni progetto di rinnovamento urbano non era solo un miglioramento fisico, ma un atto di riconnessione con l’anima portuale di Brindisi. La riapertura del Nuovo Teatro Verdi sotto la sua guida va letta al di là della rinascita fisica di uno spazio, come atto fortemente simbolico di rinascita culturale e sociale. Nessun luogo di intrattenimento, piuttosto un forum per il dialogo, un sincretismo di storia e cultura che apriva ai cittadini un orizzonte concreto di partecipazione. Perché la cultura non è un sepolcro da conservare ma un seminario di idee e visioni per il futuro.

«Quando ho un pensiero nella testa, divento accanito». Era l’impeto delle idee che travolgeva l’ordine costituito ma che, a differenza di altre esperienze politiche e amministrative, contagiava un inedito fervore. Che aveva in sé tutto il rigore della conoscenza. Conoscenza che non sta solo nei libri, in quelli trovi al più qualche risposta. La città la si impara respirandola, osservandola, ripetendo i modi di dire – quelli del dialetto che illuminavano un sorriso familiare – o i gesti codificati, stringendo mani senza sapere o ricordare i nomi, e chi ne comprende appieno la bellezza sa anche come fare per migliorarla. La conoscenza non sta neanche nelle sale dei dotti che predicano e si compiacciono di se stessi.
La proposta di rinominare via del Mare in onore di Mennitti trascende il puro riconoscimento per il suo contributo materiale alla città, come anche il riconoscimento del suo contributo immateriale: la lezione sta nella visione di Brindisi come una città che, guardando al suo mare, istituisce un modo nuovo di dare forma al furturo. In un’epoca nella quale tutte le città del mondo riconsiderano il loro rapporto con l’ambiente e la storia, la figura di Mennitti perdura quale esempio di come passato e futuro possano essere intrecciati in una visione coerente e sostenibile. «Doveva arrivare un neoconsigliere come Roberto Quarta per fare questa proposta», eccepiva qualcuno dai banchi dell’opposizione. Perché in fondo non si tratta di un gesto di riconoscimento per un ex sindaco. Piuttosto di un invito alle future e ancora future generazioni a visitare la strada di un uomo che ha saputo vedere in Brindisi più che una città, un microcosmo di sfide del mondo moderno. Sarà pure il finale del suo sogno, ma quel viaggio lasciato a metà non finisce. Non può finire.
Roberto Romeo (Agenda Brindisi – 1 dicembre 2023)

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