Il turismo sarà certamente uno dei cavalli di battaglia dei candidati dell’imminente campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale e per l’elezione del governatore della Puglia. Anche se i protagonisti della lotta per la poltrona più ambita sono già in movimento, le liste non sono state formalmente definite ma è già noto l’impegno del dottor Luciano Sardelli quale candidato di Forza Italia. Medico pediatra da quasi quarant’anni, con attività tra Brindisi e San Vito dei Normanni, il dottor Sardelli è persona assai nota nella provincia di Brindisi e ha dedicato grande impegno alla politica. E’ stato parlamentare per dieci anni e presidente del gruppo «I responsabili» della Camera dei Deputati, a sostegno del governo guidato dal presidente Silvio Berlusconi (unico brindisino ad aver ricoperto un incarico del genere nella storia dei parlamentari espressi dalla nostra terra). Da consigliere regionale, è stato assessore al turismo e alla promozione culturale dal 1998 al 2001. Inutile dire quale e quanta attenzione abbia dedicato, con la passione e la competenza che tutti gli hanno sempre riconosciuto, ad un settore così strategico per il territorio regionale.
- Cosa ricorda di quella esperienza?
«Alla fine degli anni Novanta, il turismo era un comparto marginale della nostra economia. La Puglia, la regione italiana con oltre 850 chilometri di costa, aveva una ricettività turistica inferiore a quella della provincia di Rimini. Per sbloccare una situazione così disarmante, decisiva fu l’approvazione della legge regionale numero 3 (marzo 1998) che, in deroga ai piani regolatori, consentì la costruzione di strutture ricettive e industriali di pubblica utilità. Fu la svolta del turismo pugliese, tanto che nel luglio dello stesso anno la legge, opportunamente modificata, fu presentata al ministro Pierluigi Bersani che la fece propria e in ottobre fu emanata la Legge nazionale 447 di regolamentazione della conferenza dei servizi per la realizzazione di opere di pubblica utilità in ambito nazionale. Come dire che quella nostra iniziativa fece scuola». - Fu quello il vero decollo del turismo pugliese?
«Obiettivo di quel periodo storico fu la promozione della cultura del turismo come volano di tutta l’economia pugliese. Le fiere nazionali e internazionali, con il coinvolgimento di personaggi del calibro di Riccardo Muti, Al Bano, Renzo Arbore e Michele Mirabella ci permisero di far crescere una classe imprenditoriale, vocata al turismo, e al tempo stesso di favorire la nascita di corsi universitari per le professioni turistiche, aumentando a dismisura l’offerta turistica con la prima legge sui B&B a livello regionale». - Ma come nasce realmente questa progettualità?
«Come politico, vengo da una storica militanza che affonda le sua radici nei movimenti giovanili, dalla Democrazia Cristiana al Partito Socialista. Per la «vecchia» politica erano fondamentali l‘analisi e lo studio delle problematiche dei territori. Quando assunsi la carica di assessore al turismo della Puglia, cercai di capire se esistesse nella nostra regione uno studio di fattibilità che garantisse lo sviluppo del settore. In un primo momento, mi fu detto che non esisteva nulla del genere. Ma non soddisfatto di questa risposta, mi recai a Roma e presso il dipartimento del turismo del ministero scovai uno studio realizzato nel 1997 dall’Università di Bari, da quella di Lecce e dall’ENIT che conteneva indicazioni analitiche e puntuali del percorso turistico che la nostra regione avrebbe potuto e dovuto fare negli anni successivi. Tutto quello che è stato realizzato da allora in poi, era praticamente già scritto. Si trattava di finanziare gli interventi programmati e di reperire le risorse necessarie per la concretizzazione progettuale. Come dire, che la politica non è improvvisazione ma studio, lavoro, competenza e programmazione». - Quali interventi ricorda con maggiore soddisfazione per Brindisi?
«La proposta di realizzazione del porticciolo turistico, pur presentata nell’ultimo giorno utile, fu il frutto della collaborazione con Carmine Dipietrangelo, che all’epoca era presidente del gruppo consiliare regionale del Pd. Inoltre, opere come la ripavimentazione del centro storico, il recupero del Castello Alfonsino e il dinsiquinamento del porto furono realizzate grazie ad un accordo di programma tra il mio assessorato, la Provincia di Brindisi (rappresentata dall’assessore Marcello Rollo) e il comune di Brindisi (con Giovanni Antonino capo di una giunta di centrosinistra). - La vecchia politica?
«La vecchia ma soprattutto la buona politica, quella che affronta e risolve i problemi nell’interesse della collettività e a dispetto delle inutile parole e dei conflitti della nuova politica».
Intervista tratta dal settimanale Agenda Brindisi (edizione 17 luglio 2020)