Autore: Controvento IN EVIDENZA Rubriche

This is the desolate Park Braico

Considerato che Brindisi, almeno nei nostri sogni, è una cittadina turistica e internazionale, questa è la scritta che dovrebbe comparire all’ingresso del parco dedicato al dottor Cesare Braico, medico, patriota e deputato d’Italia. Scrivere «Welcome» avrebbe il sapore della presa pro fondellis, visto il permanente, cronico stato di degrado in cui versa da svariati anni. Eppure chi vi scrive ricorda bene quando, nel 2002, il presidente Nicola Frugis e il sindaco Giovanni Antonino, dopo aver ballato valzer e mazurche, annunciarono al pubblico presente il rilancio imperituro del giardino: promesse di marinai di terra, rossa, visto che a breve il Frugis si sarebbe dato al tennis. I brindisini si confermano amanti delle tradizioni, anche di quelle negative.
Oggi, al parco, si respira il medesimo odore d’abbandono, la stessa fragranza di squallore del passato. Sembra che ci sia un perverso sortilegio che impedisce ai vari amministratori locali di percepire l’idea del bello. Ci costringono a vivere in aree e spazi pubblici che sarebbe riduttivo definire «frugali», perché sono oggettivamente brutti e deprimenti, come i giardini della Berlino dell’Est prima della caduta del muro.

I patiti della corsa, i bambini, le mamme con le carrozzine, i vecchietti con bastone e non, tutti a cuori nudi nel parco, mortificati dall’assenza di panchine, di una fontanella, di giochi decenti, di un punto di ristoro, persino dei servizi igienici, da mesi inspiegabilmente chiusi. Spesso si trovano rifiuti abbandonati o alberi bruciati e i benpensanti danno la colpa ai cosiddetti «incivili»: giusto ma … la custodia, la sorveglianza, il controllo? Avete mai visto, anche per sbaglio, la divisa di un agente municipale o di un poliziotto? Se il parco è moribondo per colpa del Comune, gli stabili sono agonizzanti per colpa della Provincia. Per non parlare del rudere-mostro ex ambulatori ASL. Pare che gli enti facciano a gara a chi ce l’ha più corto. Le scritte che vedete in foto sono lì da mesi. E non si cancellano con la burocrazia, cioè con le mail o le telefonate del dirigente scolastico. E se i funzionari provinciali dormono, la scuola dovrebbe sentire il dovere di agire, a tutela del proprio decoro e anche per spubblicare l’Ente. Professori, docenti, collaboratori scolastici, con in testa il preside, dovrebbero armarsi di pennello e, emulando il mitico signor Vito Scuppettoni, ridare pulizia e dignità ai vecchi muri. Recuperiamo il senso del bello e dell’orgoglio, ribelliamoci, ripristiniamo il sentimento della vergogna in chi lo ha perduto da un pezzo. Svegliamoci, Brindisi non merita le mortificazioni che subisce da un pezzo.
Bastiancontrario (Rubrica CONTROVENTO – Agenda Brindisi 24 luglio 2020)

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