Terna ritiene «non indispensabile» la centrale a turbogas proposta da Enel per il sito di Cerano, una svolta che prefigura scenari gravi sul piano economico ed occupazionale per il territorio. Nel 2025 la programmata dismissione della centrale a carbone e poi, di fatto, il disimpegno dell’Enel. Tra le tante reazioni di queste ore ecco quella del sindaco di Brindisi Riccardo Rossi: «La decisione di Terna di ritenere non necessaria la centrale turbogas all’interno della Federico II per garantire l’adeguatezza del sistema elettrico, in relazione al già previsto phase out del carbone per il 2025, apre un nuovo scenario per il futuro del sito Enel a Cerano. La trasformazione del sito esclude quindi la produzione di energia elettrica da fonti fossili; traguardo assolutamente in linea con quanto previsto dalla transizione energetica. Il sito dovrà quindi essere dedicato alla produzione di energia da fonti rinnovabili e allo stoccaggio di energia mediante batterie. Tutto ciò, rappresenta sicuramente un vantaggio in termini ambientali e per la salute dei cittadini ma, al contempo, apre scenari difficili in ordine alle conseguenze economiche, occupazionali e, dunque, sociali. Una sfida che il territorio deve raccogliere avviando immediatamente un confronto con Enel e Governo italiano per individuare tutte le iniziative produttive compatibili con la transizione ecologica che devono essere realizzate nei 270 ettari del sito di Cerano.
Enel deve implementare quel sito con nuove iniziative e, allo stesso tempo, aprirlo a tutte le proposte che potranno giungere per insediamenti produttivi all’interno dello stesso. Sono giunte manifestazioni di interesse per la città di Brindisi da importanti realtà; pensiamo – puntualizza il primo cittadino – al progetto dell’eolico off shore, che richiede anche la possibilità di avere terreni e capannoni per circa 40 ettari per avviare le attività necessarie al campo eolico che potrebbero portare all’assunzione di circa 1500 addetti. Pensiamo anche al deposito GNL di Edison: vi sono ampi spazi per localizzarlo all’interno della Federico II, eliminando così ogni interferenza dall’area di Costa Morena Est, libera di svilupparsi in altre direzioni. Lo sviluppo della logistica che possa impiegare l’attuale banchina di Enel, il corridoio stradale occupato dal nastro trasportatore e i due dome sono un’altra grande possibilità. Si evince, come sempre avviene, che queste situazioni di crisi offrono ampie possibilità di trasformazione e quindi di sviluppo. Per questo – continua Rossi – ribadisco che, per poterle cogliere, occorre la piena disponibilità di Enel a valutare, senza alcuna remora, tutte le occasioni di sviluppo presenti e future. Su questo chiederemo l’attivazione di un tavolo di confronto con governo, Regione, Enel e parti sociali per dare risposte concrete ed immediate, pensando soprattutto ai lavoratori che oggi sono giustamente preoccupati per il futuro delle loro famiglie.Lo scenario che oggi si apre era per noi chiaro da oltre 10 anni, caratterizzati da continue richieste di trasformazione del sito, abbandonando il carbone e aprendo la strada ad iniziative in grado di contemperare e ragioni di ambiente, salute e lavoro. Se fossero state accolte 10 anni fa, oggi avremmo un sito produttivo competitivo e pienamente compatibile con la transizione ecologica. L’invito che quindi oggi rivolgo a tutti è non attardarsi oltre in scelte di retroguardia insostenibile e che lo stesso governo impedirebbe. Guardiamo al futuro e costruiamolo da protagonisti con scelte moderne, innovative e lungimiranti».