Autore: IN EVIDENZA Rubriche Vista da Roma

Regina Viarum: Appia Day, festeggiamo la nostra storia

Se potessimo farci traghettare nel corso del tempo, attraversando i secoli come se fossimo a bordo della mitica Delorean di Ritorno al futuro – a Brindisi può capitare di avvistarne ben due esemplari originali -, più che riapparire negli anni Cinquanta o nel Far-west, come Doc e Martin nel mitico film di Robert Zemeckis, sarebbe divertente tornare sulle nostre orme, quando la città era conosciuta semplicemente come Brundisium. Un porto straordinario: «I­­l più celebre che immaginar si possa in tutta l’antichità», come scriveva nelle sua «Memoria» Annibale De Leo, che di Brindisi fu Arcivescovo nel 1798.
Se per esempio tornassimo indietro giusto di qualche anno, di 2057 per la precisione, potremmo addirittura rischiare di incontrare il famoso Mecenate – inviato dall’Imperatore Ottaviano – in procinto di arrivare in città circondato dai più apprezzati artisti di allora. Si tratta di quelli che oggi chiameremmo intellettuali: letterati, cantori, scrittori, pittori. Alcuni di loro li conosciamo bene, per quella intima connessione storica con il nostro territorio: dal sommo Virgilio al poeta lucano Orazio Flacco, che del viaggio lungo l’Appia scrisse un racconto formidabile, una specie di diario, contenuto nella sua pera: il libro I Sermones.
«A quel punto cominciano a mostrarsi i monti a me ben noti dell’Apulia – annotava il poeta di Venosa – che sono bruciati dallo scirocco», per poi superare la «pescosa Bari», passare accanto a Egnazia, «eretta contro il volere delle ninfe», e arrivare a Brindisi che «pone fine al lungo viaggio» e alla sua satira.
Insomma, ogni chilometro di questa gloriosa strada è parte integrante della nostra storia. Quella della Regina Viarum ebbe inizio nel 312 a.C., per la determinazione di Appio Claudio, e nei secoli crebbe fino a diventare un autentico gioiello dell’ingegneria civile dell’epoca che, attraversando metà dello stivale, valicando fiumi e colline campane, costeggiando i mari pugliesi e lucani, arriva, imponente, nel porto di Brindisi.
Quanti luoghi toccati da quelle pietre, quante comunità attraversate lungo le centinaia di chilometri, quanti fatti accaduti sullo sfondo di un’opera straordinaria. Per noi pugliesi, e ancor più per noi brindisini, dovrebbe essere quasi un dovere morale conoscerne la storia, apprezzarne la grandezza, raccontarne la maestosità. Un’occasione preziosa per conoscere da vicino il nostro passato ce la offre in questi giorni l’Appia Day: un weekend di mostre e incontri, a piedi e in bici, in musica e in lettura. Non si terrà solo a Roma, ma anche lungo le numerose località del Mezzogiorno attraversate dal percorso.
Ovviamente Brindisi ospiterà numerosi eventi, distribuiti dal nove all’undici ottobre: dal tour guidato sulle orme dell’antico tracciato cittadino fino a conferenze importanti, come «L’Appia luogo d’incontro fra le culture mediterranee», organizzato dall’Associazione «Brindisi e le antiche strade» presso l’ex Convento delle scuole Pie. C’è spazio anche per gli amanti della buona forchetta, con un momento dedicato alla scoperta di cibi e vini del territorio. D’altronde, lo ricorda Paolo Rumiz nel suo libro «Appia», Calvino raccontava: «Nella società dell’immagine, un luogo si conosce anche inghiottendo il cibo che produce», perché in questi luoghi, lungo la leggendaria via regina, «anche le parole hanno un sapore».
Buon Appia Day a tutti noi, dunque. Nella speranza che la nostra storia sia un ulteriore stimolo per la crescita di questa comunità.
Andrea Lezzi (Rubrica BRINDISI VISTA DA ROMA – Agenda Brindisi 9 ottobre 2020)

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