Autore: Controvento IN EVIDENZA Rubriche

Quel parco bello e impossibile

Cresce, respira, come un bambino. Ora è bello grande, socievole, accogliente e per questo non è mai solo, perché tutti vanno a trovarlo: ragazzi, coppie, anziani, persino i cani. Il Parco del Cillarese, con i suoi settanta ettari di verde, è ormai una magnifica, radicata realtà brindisina, un vero fiore all’occhiello per una città che avrebbe ancora bisogno di interi bouquet in grado di compensare, in certo qual modo, gli schiaffi che ha subito ed ancora subisce dall’inquinamento. Per questo il Parco rappresenta la bandiera ideale dell’ambientalismo, un esempio virtuoso di isola green da frequentare e da proteggere, un luogo del corpo e dell’anima dove vivere una socialità condivisa basata sulla semplicità, sul rapporto diretto e vitale con la natura, immersi nel silenzio e confortati dalla visione dell’acqua, da sempre elemento che favorisce il relax. C’è gente che fa attività fisica correndo o facendo esercizi, gruppi che si dedicano a forme di ginnastica dolce ispirata allo yoga. Alcuni ragazzi, imitando i mitici Robert Redford e Jane Fonda, camminano «A piedi nudi nel Parco», per sentire il contatto con la madre terra, per unire il proprio corpo alla natura, in un processo simbolico che appaga fisico e spirito.
Com’è piacevole percorrere quei sentieri, magari spingendosi fino al limite estremo, dove si incontra quel boschetto che ricorda i luoghi incantati che abbiamo immaginato leggendo di antichi miti o di favole arcane. Dietro un cespuglio dalle foglie verdissime, si intravede un corpo flessuoso che trotterella con grazia, e sembra proprio essere una ninfa dei boschi, ma è solo una ninfetta che fa jogging … Osservando un albero d’alloro, il pensiero va alla povera Dafne, che chiese ai genitori di trasformarla in una pianta d’alloro per sfuggire all’abbraccio erotico di Apollo. Quanta poesia in queste leggende mai accadute eppure così amate! Noi a volte non corriamo, ma per noi corre la fantasia, alimentata dalla suggestione di quest’area che per tutti rappresenta una momentanea oasi di pace, a nemmeno un chilometro da file di auto e rombi di marmitte. Passeggiare da soli o in compagnia è rigenerante. Nel parco, il rapporto tra uomo e mondo vegetale rappresenta la dimensione umana per eccellenza. Le piante sono indicatori della storia culturale e dei modi della nostra appropriazione dello spazio. Però al Cillarese c’è da apportare qualche miglioria. Intanto incrementare la vigilanza, davvero ridottissima. Poi potenziare i servizi igienici costruendone altri nella zona d’entrata, nei pressi della fontana, dove è auspicabile la collocazione di un chiosco da assegnare per il servizio bar. Ultima riserva per un ingresso open che non ho mai condiviso: perché non sistemare cancelli da aprire e chiudere in orari stabiliti? Un po’ di ordine e di regole non nuocerebbe certo alla libertà dei cittadini.
Bastiancontrario (Rubrica CONTROVENTO – Agenda Brindisi – 12 marzo 2021)

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