Partiamo dalla fine. Dall’episodio grave, sì, ma solo nel suo aspetto simbolico e rappresentativo. A Verona nei giorni scorsi si è svolto un evento dal titolo evocativo «Eros e bellezza», i partecipanti? Nomi altisonanti e di spessore culturale e artistico. Non sto ad elencarli tutti: dal musicista Stefano Bollani, al filosofo Massimo Cacciari, allo psicanalista Massimo Recalcati, al critico d’arte Vittorio Sgarbi (era invitato anche il compianto Philippe Daverio) solo per citarne qualcuno. Ognuno di spicco nel proprio ambito, diversi tra loro ma, con un tratto in comune: #tuttimaschi. Ne è nato persino un hashtag.
Tutti, ripeto tutti, maschi (non consideriamo Jasmine Trinca, madrina della serata inaugurale e Gloria Campana, pianista, accompagnatrice musicale della lectio di Baricco. O forse sì, consideriamole quali figure mute e scenografiche del festival).
Ora, non voglio cadere nello stereotipo tutto mascolino che Eros e Bellezza siano appannaggio del genere femminile, e che quindi gli invitati dovevano essere in maggioranza donne. Una conclusione di questo tipo sarebbe affrettata e sminuente, oltre che appiattita su una prospettiva tipicamente maschile di donna oggetto erotico e di sola avvenenza. No, non è per questo che doveva esserci un equilibrio di genere. Lo afferma Michela Murgia, organizzatrice di un controfestival al femminile: il sessismo non dovrà essere riconosciuto solo inopportuno ma una vera ingiustizia. Ingiustizia, aggiungo, perché è proprio questo che manca culturalmente, la visione femminile: l’Eros e la Bellezza. Manca la visione erotizzante della vita, che solo le donne sanno dare. Manca il senso della bellezza del mondo, che le donne sanno trovare. Senza l’erotizzazione del proprio orizzonte esistenziale, gli uomini, per affermare la propria identità, non troveranno di meglio che lanciare segnali di guerra riempiendosi il corpo di tatuaggi, dominare con l’aggressività il proprio territorio sgommando col Suv nei luoghi della comunità, ammazzare di botte un ragazzino. Se non coltivano il senso della bellezza, non avranno modo diverso di rapportarsi all’altro sesso che prenderlo con la violenza, in branco, in otto contro due bambine di 15 anni. Se non accoglieranno – come fanno le donne fisicamente ed emotivamente – il diverso da sé, l’altro, potranno solo imporre con la forza la propria idea del mondo e uccidere nel tentativo di inculcarla. Ho citato gli ultimi fatti di cronaca: l’omicidio di Willy Monteiro, lo stupro di Pisticci, l’intolleranza mortale verso Maria Paola Gaglione, innamorata di un ragazzo trans. E’ un problema sociale, di crisi di valori, di esasperata competitività dei tempi moderni, è stato detto. Certo, ma soprattutto è un problema del maschile, di una mefitica visione maschia della contemporaneità.
Anche tutti questi episodi, infatti, hanno un tratto comune: #tuttimaschi
Valeria Giannone (Rubrica ALLEGRO MA NON TROPPO – Agenda Brindisi – 18 settembre 2020
Prospettiva singolare maschile
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