Tutti uniti per proteggere il mare. E’ appena partito il progetto “Pesca responsabile” per l’esportazione all’esterno dei confini di Torre Guaceto del modello sostenibile elaborato dal Consorzio di Gestione della Riserva ed applicato nell’Area Marina Protetta. La riunione di avvio dei lavori è stata ospitata presso Palazzo Guerrieri, a Brindisi, e a fare gli onori di casa ci ha pensato l’assessore all’ambiente, Roberta Lopalco. Oggetto dell’incontro è stato la definizione dei punti salienti del progetto figlio della collaborazione tra il Consorzio di Torre Guaceto e il Blue Marine Foundation, una ong che opera in tutto il mondo per la tutela delle aree marine e per incoraggiare la piccola pesca a basso impatto ambientale.
Un progetto molto importante per la salute del mare e per il sostegno ai pescatori che decidono di rispettare l’ecosistema marino. L’area di riferimento del piano è l’intera Zona Speciale di Conservazione Torre Guaceto-Macchia San Giovanni che va dalla costa di Brindisi con Punta Patedda al territorio di Ostuni, con Diana Marina.Attraverso il protocollo d’intesa sottoscritto dal Consorzio e dal BLUE i pescatori che inizieranno a muovere i primi passi verso l’adozione di una pratica più sostenibile rispetto a quella consentita dalla Legge, saranno sostenuti. Nel dettaglio, BLUE si impegna ad affiancare l’Ente gestore ed i pescatori tanto della Emma, la cooperativa degli artigiani che operano a Torre Guaceto, quanto quelli attivi all’interno della ZSC che aderiscono al progetto “Pesca responsabile”, attraverso: – La donazione di box frigo brandizzati al fine di massimizzare il mantenimento del pescato del giorno e favorire, quindi, guadagni più alti per i pescatori; – Erogazione di un contributo per l’acquisto di banchi temporanei mobili provvisto di cartelli informativi destinati ai consumatori finali, riportanti un codice che consentirà la tracciabilità dei prodotti; – Erogazione di un contributo per l’acquisto di sonde che segnalano la posizione delle reti in superficie, proprietà, dimensioni, maglia, specie target, con lo scopo d’incrementare il monitoraggio degli attrezzi utilizzati all’interno dell’AMP e di controllare l’eventuale perdita per la lotta al ghost fishing; – Promuovere lo scambio interculturale, organizzando un incontro con altri gruppi di pescatori operanti in varie parti del Mar Mediterraneo col fine di incentivare il network. In cambio di tali benefici, i pescatori hanno sottoscritto un accordo con il Consorzio di Torre Guaceto, ente gestore della ZSC, e BLUE con il quale si sono impegnati ad utilizzare reti da posta da 30 millimetri, adeguandosi così alle misure utilizzate per la pesca nell’AMP.
“È straordinario constatare come i pescatori artigianali possano operare per la salvaguardia del loro mare – spiega la Giulia Bernardi, responsabile dei progetti di BLUE in Italia -, Questo traguardo è il risultato di un lavoro congiunto portato avanti da operatori del mare, biologi e gestori di aree tutelate, tutti uniti su uno stesso binario per raggiungere un obiettivo comune: un mare più produttivo, più sano, e in armonia con l’uso sostenibile operato dall’uomo. Speriamo che questo esempio virtuoso possa fare breccia in altre aree italiane, incoraggiando le piccole marinerie ad essere guardiane del loro stesso mare”.
Hanno aderito al protocollo pescatori di Brindisi, Ostuni e Fasano. L’obbiettivo è quello che, un passo alla volta, i pescatori attivi nella ZSC, constatando un miglioramento delle rese di pesca e dei propri guadagni, adottino misure sempre più eco sostenibili. E le premesse sono delle migliori, assunto anche che, gli artigiani che operano entro i confini della ZSC hanno già sottoscritto oltre un anno addietro, la richiesta avanzata al Ministero dell’Ambiente, per l’ampliamento dell’AMP di Torre Guaceto. “Il lavoro iniziato 20 anni fa dal Consorzio – ha commentato Corrado Tarantino, presidente dell’ente -, continua a dare i suoi frutti. Mentre nel mondo, i pescatori combattono le AMP, da noi sono proprio loro a volerla. Infatti, ora torneremo ad interrogare il Ministero per capire quando si avrà finalmente l’ampliamento della Riserva. Non solo, il fatto che organizzazioni internazionali come BLUE ci contattino per aiutarci, ci inorgoglisce e non possiamo fare altro che ringraziare la Fondazione per l’attenzione che ci sta dedicando”.