Dal segretario generale della UIL Brindisi Antonio Licchello riceviamo e pubblichiamo un’ampia riflessione sulla situazione del petrolchimico e sul rapporto tra sindacato, industria e politica, con esplicito riferimento all’azione del sindaco Riccardo Rossi.
Il presupposto consapevole di possedere il verbo della verità non sempre produce atti condivisi a beneficio della collettività. La responsabilità di chi la rappresenta, al contrario, richiede capacità di ascolto, confronto dialettico, mediazione e, infine, decisioni responsabili. Dico questo perché ho sempre creduto che il confronto, la concertazione siano ancora principi essenziali per raggiungere buoni risultati, programmare percorsi di sviluppo e, quindi, assicurare tranquillità e certezze ai cittadini. Il gruppo dirigente della UIL lo fa da sempre. Un comportamento che continua ad essere il nostro fiore all’occhiello e ci permette di rispondere ai nostri iscritti e, lo sostengo senza presunzione, alla numerosa platea di lavoratori e cittadini che ci segue da anni. Così come siamo sempre convinti che il rispetto dei ruoli ed il confronto costruttivo consente a tutti di esprimersi e di dire la propria sui tanti problemi che assillano il territorio provinciale. Negli anni passati ed ancora oggi la lacerazione della classe politica brindisina non ha mai permesso di affrontare percorsi condivisi, condizione fondamentale per fare massa critica e sfruttare le tante occasioni di crescita che si sono presentate. Brindisi ha sempre avuto connotazione di città a vocazione industriale e sviluppato la sua economia in presenza dei grandi gruppi produttivi, non solo chimico, in una logica di miglioramento ininterrotto, tecnologico e qualitativo, sostenibile dal punto di vista ambientale e nel rispetto della salute e della sicurezza dei cittadini. Le contrapposizioni strumentali e senza prospettive hanno impedito il completamento del ciclo produttivo di alcuni importanti settori con l’indotto mai completato e sfruttato al massimo della sua operatività. Sono state colpevolmente abbandonate al proprio destino centinaia di piccole e medie imprese locali che alla fine hanno rinunciato ed interrotto l’attività investendo in altri territori.
Oggi l’attenzione si concentra sulla chimica e su aziende storiche che ancora reggono il mercato grazie ad investimenti milionari non considerando le altre potenziali possibilità di sviluppo. All’interno del petrolchimico sono presenti da anni aree bonificate pronte ad ospitare nuovi investimenti e consolidare la filiera produttiva che oggi sembra stia a cuore a più di qualcuno. Una possibilità concreta, sostenuta a parole, ma non ancora sfruttata a causa della contrapposizione generata dalla politica del NO! Nell’occasione voglio ricordare ai tanti illustri rappresentanti della pubblica opinione quante volte la UIL di Brindisi ha chiesto di aprire i cantieri per la decarbonizzaione al fine di anticipare il cambiamento tanto sollecitato. Lo abbiamo chiesto per far fronte anche allo scempio della disoccupazione e alla chiusura di aziende che, in mancanza di lavoro, sono state costrette a chiudere. Il diniego è stato generale, le Istituzioni a tutti i livelli hanno fatto orecchie da mercante ed oggi tentano di scaricare sul Sindacato le proprie responsabilità! Per porre un argine a questo vicolo cieco, è da tempo in atto un confronto con ENEL ed auspichiamo che a breve ci sia un incontro per riprendere i temi sulla decarbonizzazione e per definire il programma di impegni che la società deve assumere nei confronti del territorio. Poi vedremo se la centrale di Cerano continuerà a produrre con 150 dipendenti come sostiene il sindaco Rossi! Per questo è più che mai necessario il confronto tra le parti. La UIL è pronta a svolgere il proprio ruolo.
Antonio Licchello – Segretario generale UIL Brindisi