La medicina interna tra presente e futuro. «Quattro amici in Asl, giovani specialisti a confronto» è il titolo del congresso promosso dall’Unità operativa di Medicina interna dell’ospedale Perrino di Brindisi, su iniziativa della dottoressa Mariangela Barletta, in collaborazione con il direttore del reparto Pietro Gatti. L’evento si terrà venerdì 10 e sabato 11 marzo, nel Best Western Hotel Nettuno, con il patrocinio di Asl Brindisi, Ordine dei medici e sezione pugliese della Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti (Fadoi).
Apertura dei lavori venerdì alle 9.00 con la prima sessione dedicata allo scompenso cardiaco, moderata da Pietro Bracciale e Gianfranco Ignone. La seconda sessione affronterà il tema del paziente dismetabolico e sarà moderata da Giuseppe Manca e Giovanni Mileti. La setticemia è l’argomento della terza sessione, in programma alle 14.30 (moderatori Anna Belfiore e Massimo Calò). Alle 17 si terrà la quarta sessione sul paziente trombofilico, moderatori Augusto Rini ed Eluisa Muscogiuri.
Nella seconda giornata del congresso, sabato 11 marzo alle 9, in calendario la quinta sessione dedicata al paziente ambulatoriale (moderatori Eugenio Sabato e Cosimo Tortorella), seguita dall’ultima, dal titolo «Dall’ospedale al territorio nelle cronicità», moderata da Angelo Greco e Donato Monopoli.
«La medicina interna, nella poliedricità di argomenti e di patologie trattate – spiega Mariangela Barletta – sta acquisendo una sua autonomia e una sua valenza, pur non dimenticando la proficua collaborazione con le varie branche specialistiche: cardiologia, pneumologia, gastroenterologia, infettivologia, endocrinologia, chirurgia, rianimazione, oncologia, nefrologia. Sempre crescenti sono i rapporti e i legami che accomunano le varie specialità, basti pensare alla stretta interconnessione fisiopatologica e terapeutica tra le patologie cardiovascolari con quelle renali, pneumologiche e con il diabete. La conoscenza di nuovi meccanismi fisiopatogenetici, responsabili delle malattie metaboliche, ha permesso lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici atti a prevenire e curare la patologia del terzo millennio: l’obesità, la cui gestione vede ancora una volta coinvolte varie figure specialistiche, tra cui il chirurgo, l’endocrinologo, il gastroenterologo, l’internista, l’epatologo, il nutrizionista, la cui collaborazione è essenziale per una corretta gestione diagnostico-terapeutica».
Barletta sottolinea che «fino a qualche anno fa la gestione del paziente ‘settico’ era prerogativa dell’infettivologo: con l’avvento delle terapie semintensive e con lo sviluppo di nuovi approcci diagnostico terapeutici, sempre più importante è diventata la collaborazione tra intensivista, internista, infettivologo, nefrologo, endocrinologo, anche alla luce dell’emergenza di nuovi patogeni multiresistenti, per i quali le nuove opzioni terapeutiche rappresentano sicuramente un valore aggiunto nella gestione clinica. Discorso analogo si può fare per le trombosi grazie ai nuovi anticoagulanti orali che hanno cambiato lo scenario terapeutico. Una riflessione – conclude – sarà dedicata all’attività ambulatoriale e alla collaborazione ospedale territorio che è fondamentale per una migliore gestione del paziente e una maggiore ottimizzazione delle risorse».