Caso-Puglia sfumato, la regione oggi è prima in classifica nell’erogazione dei vaccini. I dati presentati al ministro Speranza sono stati ineccepibili.
Pier Luigi Lopalco (foto), contattato telefonicamente, non aveva dubbi sulla ripresa, le classifiche devono essere analizzate nel medio periodo e la défaillance pugliese non aveva origini strutturali. «Ogni regione – spiega l’assessore – nell’ambito di un piano vaccinale nazionale, ha un proprio modello organizzativo. Terminata con successo la vaccinazione degli operatori scolastici, la Puglia si apprestava a proseguire con altre categorie dei servizi pubblici essenziali, ma una circolare del generale Figliuolo obbliga a rivedere i piani. Si pensa allora di proseguire con i caregiver – coloro che assistono persone anziane e deboli – utilizzando la disponibilità di AstraZeneca, ma la sospensione del vaccino per gli under 60 provoca un’altra battuta di arresto. Tutto da rifare … il Governo, intanto, con un’altra circolare elimina la priorità per categorie per adottare un criterio semplicemente anagrafico. In Puglia il tesoretto di AstraZeneca è ricco e disponibile e nei pochi giorni necessari alla regione per riconvertire le sue scorte e destinarle alla fascia dei 70-79, si scivola nella classifica nazionale».
Il seguito è noto, pochi giorni e scoppia il caso-Puglia. Gli amministratori regionali diventano facile bersaglio di un giornalismo sensazionalistico, di solerti quanto strumentali interrogazioni parlamentari (una partita dalla nostra terra), di frettolose richieste di dimissioni.
Ma la macchina organizzativa non si era fermata, solo rallentata per i continui stop and go governativi e infatti riprende a viaggiare con la regolarità di un tempo sorpassando tutti in curva. «La Puglia oggi può vantare un piano vaccinazioni di tutto rispetto, non solo dal punto di vista quantitativo, cioè come numero di persone coperte, ma soprattutto dal punto di vista qualitativo, come categorie: sono stati vaccinati i pazienti delle RSA, gli operatori sanitari, la scuola (siamo primi nella vaccinazione degli operatori scolastici)».
E la categoria ‘altri’? ‘Altra’ materia di scandalo? «Ha un valore residuale, lo 0,7%» risponde il professore.
I dipendenti comunali? «Operatori della protezione civile, che rientravano di diritto nelle categorie prioritarie». E la Curia? «Si trattava di comunità religiose anch’esse previste dal piano vaccinale». Riprendiamo sì a guardare la classifica, ma con fiducia e senza ansia anche perché «con un piano organizzato per fasce di età – spiega Lopalco – il dato sarà più attendibile, senza i disallineamenti delle rilevazioni per categorie».
Chi ha la responsabilità di gestire l’emergenza è uno scienziato, competente in materia, senza nessun conflitto di interesse, costretto a fare i conti con le ataviche carenze del servizio sanitario regionale. La Puglia, infatti se fortunatamente è ben lontana dal modello Lombardia, si trova anche distante dall’efficiente Emilia che può contare su strutture e risorse di tutt’altra portata. Confidiamo quindi su competenza e onestà e soprattutto evitiamo di sparare (a pallini) sulla Croce Rossa.
Valeria Giannone (Rubrica ALLEGRO MA NON TROPPO – Agenda 23 aprile 2021)
Lopalco e il presunto caso-Puglia: ecco il punto sulla vaccinazione
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