La FIOM CGIL Brindisi, ritiene positivo l’incontro promosso dalla amministrazione comunale con le parti sociali tenutosi martedì 1 marzo. Il sindaco Riccardo Rossi insieme all’assessore Francesco Saponaro hanno mosso un primo importante passo in direzione dell’ENEL, del Governo nazionale e di quello regionale, che affronti il futuro dei lavoratori in generale ed in particolare quelli dell’indotto di Cerano. Un primo passo condiviso sia dalle confederazioni che dalle categorie sindacali, ma anche dalla stessa Confindustria e dalla CNA. Tutti hanno dato mandato al sindaco di aprire un tavolo con l’ENEL, con il governo nazionale e con quello regionale. Quali insediamenti di filiera produttiva capaci di salvaguardare i livelli occupazionali sono possibili nei 270 ettari che oggi ospitano la centrale a carbone di Cerano, una volta dismessa definitivamente nel 2025 ? Dopo che anche il progetto dell’impianto di turbogas è stato abbandonato? (oggi a Cerano ci sono in totale 1000 lavoratori tra dipendenti ENEL ed indotto.
L’impianto di turbogas ne avrebbe comunque occupato meno di 100, e non avrebbe assolutamente ridato lavoro ai restanti 900 lavoratori). L’attuale situazione di grave crisi occupazionale a Brindisi, specie nel settore metalmeccanico, richiede un piano industriale di produzione in loco e non solo di installazione delle pale eoliche hofshore, dei pannelli fotovoltaici, degli impianti idrogeno, evitando di acquistarli da altre parti del globo. Stando in linea con un futuro basato sulle energie rinnovabili, senza ritorni a improponibili energie a carbone che rappresentano comunque oggi solo il 6 % della produzione nazionale. Le istituzioni unitariamente con la politica e le parti sociali dovrebbero puntare su nuovi impianti industriali senza impatto ambientale, ma con elevata capacità occupazionale per invertire il degrado e la desertificazione industriale del nostro territorio.
Angelo Leo – Segretario Generale FIOM CGIL Brindisi