All’inizio della costrizione forzata tra le mura domestiche ero fiducioso che, in fondo, un po’ di obbligata e sana riflessione ci avrebbe fatto bene, avrebbe sortito effetti positivi facendoci elaborare e ripensare i tanti errori commessi. Ora lo sono molto meno.
Di certo abbiamo constatato la scelleratezza dei continui tagli alla sanità. Qualcuno immaginava, forse, che così facendo si sarebbe ridotto il sistema di corruttela, invece è stato solo impoverito un servizio essenziale. Stesso discorso vale per l’istruzione, per la ricerca e per l’ambiente. Quest’ultimo poi è l’unico ad aver evidenziato un netto miglioramento appena il suo peggior nemico (l’essere umano) è stato messo nelle condizioni di non nuocere, agli «arresti domiciliari».
Quindi, verificati i danni, logica vorrebbe che si mettesse già mano per ripararli programmare forti interventi. Dovrebbe andare così se solo si applicasse un criterio logico, il problema che più il tempo passa e meno logicità si vede in giro. E questo basterebbe per essere poco ottimisti. A prescindere dai timidi interventi dell’annunciato Decreto Rilancio, non aiuta ad esserlo la constatazione che difficilmente potrà esserci un cambio culturale se mancherà una forte spinta dal basso, una piena presa di coscienza dei cittadini. Probabilmente il consumismo e la globalizzazione hanno marchiato in modo indelebile le nostre coscienze e il nostro modo di vivere. E’ opinione comune che questi mesi di crisi non saranno «assorbiti» facilmente e in breve tempo: i maggiori esperti sono certi che occorrerà rimboccarsi le maniche per un bel po’ di tempo prima che l’economia torni a girare e – affermano – che dovrebbe essere una occasione da prendere al volo per rivedere alcuni modi di vivere e comportamentali. Addirittura qualcuno teme per la tenuta della democrazia. Tutto può succedere, molto dipenderà dal grado di civiltà della popolazione. Dobbiamo solo augurarci che i pensieri manifestati sui social non appartengano alla maggioranza perchè altrimenti siamo fritti. Tutti conoscono quale considerazione avesse Umberto Eco dell’esercito della tastiera: così scarsa da ritenere importante l’istituzione di una equipe di specialisti per filtrare «le informazioni di internet perché nessuno – diceva – è in grado di capire se un sito sia attendibile o meno»; e suggeriva che i giornali avrebbero dovuto dedicare «almeno due pagine all’analisi critica dei siti, così come i professori dovrebbero insegnare ai ragazzi a utilizzare i siti per fare i temi». Eco usava toni molto duri nei confronti dei frequentatori del web: «Prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel».
E dobbiamo riconoscere come spesso ci meravigliamo di alcuni eccessi in cui incappano persone ritenute «insospettabili». Ci vorrebbe un maggiore autocontrollo perchè dobbiamo essere consapevoli che la superficialità esternata (non mi escludo) sui social è dannosa e, parafrasando l’avvertimento stampato sui pacchetti di sigarette, si potrebbe dire: fa male a te e a chi ti segue. Del resto è ampiamente nota l’esistenza di vere e proprie task force formate da esperti che usano i social per «costruire» o, meglio, manipolare un’opinione pubblica sempre più facilmente influenzabile. E non deve essere poi molto difficile se il materiale umano si presta.
Una nota del sindaco Riccardo Rossi ha denunciato, col presidente della STP Rosario Almiento (foto), una situazione di vandalismo sui mezzi pubblici di trasporto. Il sindaco ha informato che «la STP Brindisi Spa ha dotato i propri mezzi (autobus e motobarca) di dispenser di gel disinfettante e ha segnalato i posti in cui è vietato sedersi, tutto per permettere il distanziamento e l’utilizzo in sicurezza del trasporto pubblico». Oltre a criticare il danneggiamento di quanto approntato er la sicurezza dei cittadini, la nota afferma che «c’è chi svuota il gel in bottiglie personali».
Vi rendete conto della gravità di quest’ultima denuncia? Vuol dire che c’è chi si porta appresso una bottiglietta per rubare il gel disinfettante dai dispenser pubblici. Questo gesto offre l’esatta misura dell’infimo livello di civiltà e il penoso stato mentale e sub culturale di alcuni nostri concittadini (non lo vorrei dire ma purtroppo lo sono). L’unico modo per evitare queste manifestazioni di coglionaggine (non vorrei dirlo ma purtroppo non c’è altro termine) è istituire un più rigoroso controllo che, se carente o inesistente, va creato o rafforzato. Questo avrà, purtroppo, un costo sociale, ma è necessario oltre che indispensabile, perché questo stato comportamentale è altamente «infettivo», va fermato perchè è peggio di una pandemia. E per ora ne basta una.
Giorgio Sciarra