Le parole di Mattarella per la nomina di Draghi a Presidente del Consiglio danno il senso della chiamata all’ultimo appello per il Paese. Se Draghi riuscirà a creare un governo, e noi ce lo auguriamo, diventerà premier in un momento in cui l’Italia affronta la più grande crisi economica dalla seconda guerra mondiale e deve elaborare dei progetti decisivi per spendere 200 miliardi di euro dell’Unione europea, affrontare i danni causati dalla pandemia e cogliere l’occasione per il rilancio dell’economia ormai ferma da anni. Localmente non si può pensare di usufruire di questa occasione se si viaggia ad una velocità diversa. Verosimilmente, ne siamo consapevoli, il Paese deciderà di correre e anche a livello locale si ha il dovere di mettersi in scia. Tanta roba bolle in pentola e nessuno farà per noi. Se non ci si dà da fare rimarremo ancora una volta al palo, a differenza di quanto sta avvenendo in altre parti della Puglia. Sarebbe imperdonabile e quello che sta accadendo negli ultimi giorni sulle vicende legate allo sviluppo del porto ha dell’incredibile se lo si pensa in questa chiave. Come se fossimo scollegati dal mondo. È stata creata una zona franca, un risultato storico per il territorio, fortemente desiderato e finalmente raggiunto. Merito di chi ci ha lavorato tanto e ci ha creduto nonostante veti e bastoni tra le ruote di ogni tipo. Non si tratta di dare una medaglia così come non può essere una ulteriore occasione di rancorosi litigi. A fronte di questo risultato quello che ci si aspetta è che si avvii una stagione di sinergie tra le forze politiche e le istituzioni che hanno centrato questo prezioso obiettivo affinché da questo primo passo si possa passare a concretizzare investimenti e lavoro nel più breve tempo possibile. Invece no, quello che sa fare la politica locale ancora una volta è solo litigi, polemica e confusione.
La colmata di Capobianco, nata per accogliere il progetto del rigassificatore rigettato dalla città, era rimasta incompiuta e abbandonata. La fantasia e l’improvvisazione del Sindaco e dei suoi “adoranti” avrebbe voluto vedere in quel luogo prima la Marina Militare, poi le Vasche di colmata e per ultimo il progetto Edison, denotando una mancanza completa di una visione chiara. Oggi BBC a fronte del risultato: ‘’ va bene la zona franca a Capobianco ma non solo lì, anche a Costa Morena Est’’. Ma che significa? Sembra di aver a che fare con i bambini più che con una forza politica di governo. La decisione di istituire una zona franca a Capobianco oltre ad averci liberato da queste amenità alla rinfusa offre la possibilità di creare da una cosa negativa (il rigassificatore), una nuova opportunità per il porto. Si tratta di un’area fortemente indicata in cui la perimetrazione è semplice e non crea problemi ad altri progetti che si possono sviluppare sulle altre banchine già esistenti ed infrastrutturate con o senza Edison. La posizione scelta crea un enorme valore aggiunto al porto senza intaccarne le altre opportunità di sviluppo a cui la presenza di una zona franca potrebbe creare anche intralcio. E’ evidente che adesso bisogna prodigarsi per realizzare celermente le infrastrutture necessarie sull’area per rendere l’opportunità progettuale produttiva quanto più velocemente possibile. A questo bisogna lavorare! E quindi che senso hanno le uscite delle forze di maggioranza? Bisogna mettere alla prova il presidente Patroni Griffi non solo per infrastrutturare la zona franca ma anche per trovare chi deve gestirla. E la si smetta di pontificare con un provincialismo penoso anche sulla zona franca la cui gestione non è cosa semplice e facile.
Passi per BBC che a distanza di anni ancora non si è capito cosa voglia nel porto e se lo ritiene una infrastruttura di carattere economico ma anche il PD cittadino è riuscito a mollare la sua funzione di carta da parati delle stanze comunali per accampare meriti che non ha e creare solo confusione. Tanto da far pensare che è meglio che non si esponga al rischio di esprimere una posizione. Andando a rimorchio del sindaco e di BBC, il Pd si dimostra sempre più rinchiuso nel recinto amministrativo, rinunciatario a qualsiasi ruolo autonomo e propositivo. Tanta inconcludenza e tanta confusione che hanno fatto scappar via, sbattendo la porta, l’ing. Lonoce che proprio il Sindaco indicò in rappresentanza del comune nel comitato di gestione dell’autorità portuale. E’ incredibile come dalle forze di maggioranza a fronte di un risultato come la zona franca non riesca a venire nessun valore aggiunto concreto per portare avanti questo progetto così come qualsiasi intervento infrastrutturale del porto. Il presidente dell’autorità portuale, a questo punto, e come succede in tutti i porti anche pugliesi, avrebbe bisogno di sentire vicino tutte le istituzioni e le realtà produttive per proseguire con il lavoro e per far sentire tutto il peso di una comunità che si vuole impegnare per ottenere i necessari finanziamenti e trasformarli in opere utili per il porto. Ma perché ci domandiamo, e ce lo chiediamo da tempo, non ci si siede attorno ad un tavolo e si pensi a produrre per il bene del territorio? Lo chiedono gli operatori portuali, i sindacati, lo chiede la città, non è momento di prevenute posizioni e verità precostituite, la città ha un bisogno disperato che tutte le istituzioni facciano cerchio per affrontare i problemi e lo sviluppo con umiltà e con una disponibilità responsabile a collaborare. Si mettano da parte narcisismi e supponenza. L’autorità Portuale dipende direttamente dal Ministero ed è al ministero che si decideranno gli investimenti, se si riuscisse a dimostrare la giusta coesione ed unità di intenti si moltiplicherebbero le chance di riuscita e di successo per tutto il territorio e per far diventare la istituzione della zona franca una realtà infrastrutturata e operativa.
Il coordinamento cittadino Brindisi Left