Due interessanti realtà – geograficamente salentine ma di portata sovralocale per il profilo culturale (segnatamente artistico) di entrambe – sono proficuamente entrate in contatto per un’importante mostra di scultura attualmente in corso a Lecce. La Fondazione Biscozzi|Rimbaud, istituita dai coniugi Luigi Biscozzi (originario di Salice Salentino, scomparso nel 2018) e Dominique Rimbaud (provenzale, conosciuta da Biscozzi a Parigi), nel marzo del 2021 ha aperto nel centro storico di Lecce uno spazio per l’arte contemporanea, con sala studio e una ricca biblioteca specializzata, sia per rendere pubblicamente fruibile la cospicua collezione permanente dei fondatori, sia con l’intento di ospitare con cadenza annuale mostre di artisti di elevato spessore. Dopo la personale di Angelo Savelli (Pizzo Calabro 1911 – Dello 1995) del 2021, il 6 febbraio scorso è stata inaugurata «L’altra scultura», a cura di Paolo Bolpagni, un’antologica di Salvatore Sava (Surbo 1966), figura di spicco e tra le più attive della scena contemporanea, con presenze e premi in contesti di rilevanza nazionale e mostre personali curate da critici di vaglia.
Le trentacinque opere ordinate nelle sale del palazzo storico di piazzetta Baglivi delineano un percorso biografico che muove dagli esordi più rappresentativi dell’artista surbino con le tecniche miste del 1995-1996 della serie «Magica Luna». Realizzate perlopiù in pietra leccese, sono improntate a quella tridimensionalità ancora accennata (si tratta invero di bassorilievi e pannelli dal forte taglio grafico) che troverà compimento a partire dal 1997 con la plastica a tutto tondo «L’albero della luna», la cui modalità espressiva costituirà per lungo tempo a venire la cifra stilistica più significativa di Sava.
Fortemente legato alla propria terra e interessato alle tematiche ambientali, certamente per l’estrazione contadina (alla scultura e all’insegnamento all’Accademia di Belle Arti di Lecce alterna da sempre un’intensa dedizione all’habitat rurale), l’artista fa in larga parte ricorso a materiali e oggetti presi dall’ambiente naturale per la composizione – sovente con l’ausilio di filamenti e inserti metallici – di manufatti dal carattere astrattistico tuttavia non scevro da suggestioni fitomorfiche e richiami a elementi riscontrabili in natura. Il tracciato espositivo leccese attraversa fasi evolutive che denotano scelte anche audaci ma pur sempre coerenti con i suindicati valori che hanno costantemente improntato il linguaggio di Salvatore Sava: un polimaterismo fondato su «inconsueti abbinamenti o congiungimenti – insieme conflitto e fusione» (Paolo Bolpagni); «un gusto per l’installazione e l’ambientazione che libera sempre Sava dal rischio della modulazione stilistica e insieme dall’indugio descrittivo sul motivo» (Luciano Caramel); una poetica che è anche denuncia delle minacce all’ecosistema con esiti plastici mai esorbitanti da un lirismo efficacemente contenuto ed equilibrato; una ricerca formale e concettuale frutto della riflessione continua, ma mai rassegnata, sui mali subiti dal mondo naturale per la continua infestante antropizzazione.
Domenico Saponaro
Salvatore Sava. L’altra scultura – A cura di Paolo Bolpagni. Catalogo Silvana Editoriale – Fondazione Biscozzi|Rimbaud, piazzetta Baglivi 4, Lecce – Fino al 25 settembre 2022 – Orari: tutti i pomeriggi, escluso il lunedì, dalle 16.00 alle 19.00, la domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00.