L’avvocato Roberto Cavalera è il nuovo presidente del Rotary Club Brindisi. La nomina è avvenuta durante il tradizionale incontro di fine anno con il passaggio delle consegne. Agenda Brindisi pubblica il discorso pronunciato nella stessa serata.
Care amiche e cari amici, ai saluti del Prefetto aggiungo i miei personali. In un momento così delicato – purtroppo ancora lontano dal volgere al termine – che ha stravolto la vita di milioni di persone in tutto il modo, La vostra presenza oggi è testimonianza di amicizia vera della quale mi onoro. Il “Rotary crea opportunità” è il tema con il quale il Presidente del RI, Holger Knaack, esorta i Rotariani a creare opportunità non solo volte a mettere in pratica le buone idee di servizio al di sopra di ogni interesse personale, ma anche a rafforzare la leadership con forte richiamo ad un sempre maggiore impegno sociale. Perché, come dice Giuseppe Serracca Guerrieri, nella società moderna, connotata dalla globalizzazione e dal consumismo sfrenato, “C’è bisogno di Rotary”, cioè c’è bisogno di una riaffermazione dei valori rotariani quali l’amicizia e l’integrità morale. Fare Rotary, tuttavia, richiede a ciascuno di noi di mettere a disposizione le proprie competenze per rispondere ai problemi e ai bisogni della società. L’azione di pubblico interesse, infatti, incoraggia i soci a trovare modi per
migliorare la qualità della vita delle persone nel territorio del club e ad agire nell’interesse della comunità.
Il Club deve diventare una realtà da cui la società non possa prescindere. Tuttavia, nonostante l’impegno che il club ha profuso sin dalla sua (lontana nel tempo) costituzione, la domanda che Lantieri, Past Governor del distretto 2060, già poneva nel 2017 è ancora attuale e richiede (oggi più che mai) una risposta. Si tratta di una domanda che non solo il Presidente, ma ciascuno di noi, dovrebbe periodicamente porsi: “Se il mio Club domani chiudesse, la società in cui ha operato se ne accorgerebbe? Ne sentirebbe la mancanza? Si adopererebbe perché la nostra decisione venisse revocata?” La società ha una scarsa percezione dell’attività rotariana. Ma per evitare che a questa domanda la risposta sia negativa, occorre allora uscire dalle sabbie mobili nelle quali rischiamo di restare impantanati.
È necessario aprire le porte del club alla società nelle sue diverse articolazioni (quali le altre associazioni, anche di categoria, gli ordini professionali); occorre discutere dei problemi che affliggono il territorio nel quale operiamo; occorre prospettare soluzioni che promuovano il perseguimento degli interessi generali e le legittime aspirazioni della comunità locale a vedersi riconosciute migliori condizioni di vita e di sviluppo.
In un momento di profonda crisi economica e di diffusa preoccupazione, anche la convivialità va certamente coltivata con maggiore sobrietà. Nel corso di questi anni, a livello internazionale, si è assistito ad un inesorabile depauperamento, lento, ma costante, dell’effettivo e ad una eccessiva frammentazione dell’impegno di servizio: esempi ne sono lo scollamento della partecipazione dei soci alle riunioni e la proliferazione del numero dei club, fenomeno, quest’ultimo, spesso –purtroppo- non
rispondente ad effettive esigenze territoriali.
Il Rotary ha la forza e la capacità per uscire da questa impasse a patto che tutti, ma proprio tutti, siano disposti ad accettare che, sebbene la strada che ci riporterà fuori da questi momenti di crisi potrà essere irta e piena di ostacoli, l’agire rotariano ci farà superare ogni difficoltà. Occorre, dunque, un cambio di passo, e perché ciò accada bisogna muoversi innanzitutto sul piano interno: da un lato promuovendo il pieno coinvolgimento dei soci nella discussione sul Club, delle scelte strategiche e programmatiche, nonché la partecipazione effettiva al servizio rotariano. In questa ottica, la pianificazione strategica è strumento indispensabile non solo per misurare l’efficacia delle nostre azioni e per rendere il Rotary più forte e più credibile, ma perché diventi attraente per i potenziali nuovi Soci che spesso ci sono vicini ma non sanno molto di noi e dei nostri programmi. dall’altro creando occasioni di confronto con gli altri Club della città e la condivisione delle proposte e dei progetti.
Dobbiamo imparare a rinunciare a qualche idea o progetto singolo per privilegiare azioni condivise e soprattutto coerenti con gli obiettivi e le aree prioritarie di intervento che ci vengono date dal RI. Sono convinto che un tale agire possa costituire i presupposti – per chi vorrà raccogliere la sfida – per un futuro che si fondi più su ciò che ci unisce che su ciò che ci differenzia. Ciò che deve muoverci è il sentimento comune e la partecipazione condivisa.
In questo mio percorso ho la fortuna di poter fare affidamento sull’esperienza dei soci, sui consigli di chi mi ha preceduto, sul costante confronto con l’assistente: un lavoro che porterà ad una pianificazione strategica dove il senso dell’appartenenza ai valori rotariani sarà la stella polare del nostro agire.
Vi ringrazio per la fiducia accordatami e vi auguro buon Rotary.