Autore: Attualità IN EVIDENZA

L’amaro blob sulla guerra in corso

Non ci si pensava, anche perché eravamo tutti concentrati nella grande offensiva contro il Covid-19. Solo gli addetti ai lavori sapevano, da tempo, del fuoco che covava oltre il Mar Nero e, malgrado ciò, non sono stati capaci di far scattare un pronto avvio di trattative di risoluzione diplomatica. Così, di colpo, l’Europa si è trovata a rivedere gli spettri di una tipologia di catastrofe che si era illusa di rimuovere per sempre. Gli eventi sono precipitati in un vortice di progressiva intensificazione bellica che ha innescato forti reazioni emotive, anche a causa dell’amplificazione mediatica. L’infodemia, fenomeno ineludibile in democrazia, si è subito attivata col suo traboccante carico di notizie, commenti, servizi, immagini. Piovono più parole che bombe, e il bombardamento a tappeto massmediologico sta causando tra l’opinione pubblica, oltre che un fisiologico sfinimento, anche molta confusione e sconcerto. Per questo alle volatili espressioni verbali dei TG e degli «Speciali», io preferisco la parola che rimane impressa sulla carta oltre «lo spazio di un mattino». Quello che segue è un breve florilegio di frasi tratte da La Repubblica, L’Espresso, Il Venerdì, La Stampa, Il Corriere della Sera: «Adesso eccoci a recensire la furia psicotica di Putin, uno zar fuori tempo e fuori controllo che lancia razzi sui civili e minaccia l’Armageddon, tappa estrema di una cupio dissolvi che si è imposto come mantra irrazionale» (Stefano Massini); «Salvini prima comunista, poi ultranordista, poi nazionalista e sceriffo, infine filantropo e pacifista» (Michele Serra); «Putin è un serpente a sonagli che circonda i suoi avversari. Non sempre morde subito la vittima, spesso invece la avvolge, riservandosi la facoltà di colpire di sorpresa con morsi velenosi che uccidono» (Eugenio Scalfari); «Putin si crede Machiavelli. Anch’io sono una sua vittima, l’Europa deve fermarlo» (Eugene Lavrenchuck, regista ucraino); «A un popolo aggredito non si negano aiuti militari» (Gianni Cuperlo); «La CGIL condanna ‘senza se e senza ma’ l’assurda aggressione militare russa all’Ucraina, però non è con l’invio delle armi agli aggrediti, ma con il negoziato e la diplomazia che si costruisce un’Europa di pace» (Maurizio Landini); «Avversione per l’illuminismo, disinformazione, militarismo sono i pilastri dell’ideologia neo imperialista di Vladimir Putin» (Massimiliano Panarari); «La caccia al russo è una tentazione a cui non dovremmo cedere, sia che si tratti di musica, di sport o di letteratura» (Franco Merlo); «Vlad ‘The Mad’ ha gettato la maschera» (Massimo Giannini); «Zelensky mette insieme valori morali, politica e interessi strategici» (Giuseppe Sarcina); «Il ‘nuovo’ Salvini, in versione pacifista, vola in Polonia e va a prendere vedove e orfani di guerra» (Emanuele Lauria). Di queste frasi, purtroppo, ne leggeremo ancora molte, perché il conflitto non terminerà a breve. Noi continueremo a vivere d’angoscia e di speranza, mentre toccherà alla diplomazia avere un buon piano su cui trovare tutti gli accordi possibili …
Gabriele D’Amelj Melodia (Agenda Brindisi 11 marzo 2022)

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