In questi giorni si parla tanto di movida, anche alla luce dell’iniziativa presa da alcuni residenti del centro che, con un esposto in Procura, hanno invocato maggiori controlli e regole più rigide. Ad aggiungere ulteriore materiale alla discussione è arrivata la nuova ordinanza comunale che disciplina gli orari e la modalità di diffusione musicale e sonora. Questo provvedimento impone come termini quello dell’una di notte (le due sulla litoranea) venerdì, sabato e nelle vigilie infrasettimanali, e della mezzanotte (l’una sulla litoranea) la domenica e durante la settimana.
Come noto, su questo argomento le posizioni si dividono tra sostenitori del divertimento e difensori della quiete notturna. Eppure la riflessione da fare credo sia più articolata e si muove su più direzioni: quello della flessibilità, venendo incontro alle richieste di fruitori e gestori; quello dei controlli, più presenti e anche più distribuiti; e quello del confronto costante e strutturato tra le diverse posizioni.
Prima questione: la flessibilità, sugli orari e sui servizi. Da una parte appare evidente che la richiesta di stop alle 24.00 sia un po’ troppo rigida. Anche perché in estate la differenza tra weekend e giorni settimanali è davvero minima. Ogni sera rappresenta un momento per uscire, divertirsi, promuovere attività. Ecco, dunque, che su questo aspetto forse si può lavorare diversamente.
Un altro tema su cui poter venire incontro a gestori ed utenti è quello dei parcheggi. Si potrebbe pensare – anche per le sole sere settimanali – alla possibilità di riaprire i corsi Roma e Garibaldi per poter parcheggiare.
Secondo aspetto: quello dei controlli. Non compete di certo al sottoscritto dare indicazioni in merito, ma mi limito solo a raccontare un episodio che mi ha colpito particolarmente. Nel corso di una recente riunione di lavoro, a Roma, ascoltavo molti residenti invocare dei controlli che fossero distribuiti lungo le stradine. Chiedendo che, invece del presidio fisso in qualche piazza, vi sia un continuo lavoro di rotazione visibile nelle zone del centro, per controllare, certamente, ma anche per dare un maggior senso di sicurezza e apparire meno distanti dai cittadini.
A proposito di controlli, poi, in tema di mobilità è importante far rispettare la Ztl – con transenna – di via Santi. Deve essere costantemente vigilata con una pattuglia, altrimenti risulta praticamente inutile.
Infine il tema del confronto, importantissimo. Ad Amsterdam dal 2012 esiste il «Nachtburgemeester», ovvero il «Sindaco della notte». Una figura che prende servizio al tramonto per occuparsi di tutti quegli aspetti legati alla gestione della movida. Negli anni, tante città – perfino New York – hanno seguito l’esempio olandese, prevedendo una figura che faccia da collegamento tra le richieste dei protagonisti della notte e le esigenze dei residenti. Sarebbe auspicabile proprio questo: un continuo dialogo tra le diverse realtà coinvolte. Un tavolo permanente in cui condividere temi diversi: dai permessi alla gestione degli spazi, dalla mobilità agli orari per le manifestazioni.
La vita notturna è un potenziale, un’opportunità di crescita economica e sociale. Non va demonizzata ma va sostenuta. Certo, servono controlli e regole, ma queste devono essere chiare, non disincentivanti. Il rischio, altrimenti, è quello di vedere un’intera fascia di utenza spostarsi in altri centri della provincia e della regione. E per una città che ambisce a essere un grande centro turistico sarebbe davvero una beffa.
Andrea Lezzi (Rubrica BRINDISI VISTA DA ROMA – Agenda Brindisi 16 luglio 2021)
La movida nella nostra città: un problema o una opportunità?
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