Durante l’ultimo incontro in video conferenza tra governo (Mise), azienda gruppo DEMA e confederazioni sindacali, ancora una volta il ministero si è reso disponibile a sovvenzionare ed a stanziare fondi per la crisi del gruppo, venendo incontro all’azienda anche con la soluzione del pagamento dei debiti contratti con l’Inps. «A fronte di tutto ciò noi dipendenti DCM – recita una nota diffusa stamane – , ormai quasi nemmeno presi in considerazione durante gli incontri stessi dall’amministratore delegato del gruppo DEMA, chiediamo con fermezza che gli stanziamenti pubblici del Mise non
servano da salvagente all’azienda che, per tutta risposta, continua a mettere in opera piani industriali che prevedono solo riduzione del personale. Gli aiuti economici servano invece al reintegro di tutti i dipendenti al loro posto di lavoro, come anche da dichiarazioni del Presidente della regione Michele Emiliano che, testuali parole, fin quando ci fosse stato lui in carica non avrebbe lasciato nessun dipendente disoccupato! Ricordiamo inoltre che la DCM è la proprietaria del sito produttivo Ex GSE e che la Dar svolge il lavoro avendo in affitto le commesse produttive di cui DCM è titolare. Il malpensante affermerebbe che il tutto si riduca in un giochino teso a lasciare
un’azienda vuota in balia del suo destino (DCM) liberandosi in un sol colpo di tanti dipendenti (circa 100 unità). Lo stesso malpensante – prosegue la nota – è colui che si chiede come sia stato possibile effettuare la vendita dell’ex Gse , dal valore stimato dai periti del tribunale di 16 milioni di euro ad una srl con capitale sociale di appena 10000 euro di cui SOLO 2800 VERSATI e nata 10 giorni prima del rogito notarile, quando il bando di vendita citava che l’azienda subentrante sarebbe dovuta essere di ‘solida e comprovata esperienza nel settore aeronautico’. Quindi il sospetto è che già in origine vi era un piano precostituito e che l’acquisizione della GSE da parte del gruppo Dema attraverso la neo costituita Dcm srl era solo un ‘ponte’ per agganciare i clienti e le commesse in seno alla stessa GSE, senza tener peso del personale in forza all’azienda. I dipendenti DCM, anche in virtù di quanto succitato non si fermeranno davanti a nulla e anzi, sono già pronti a perseguire le vie legali e quant’altro serva per risolvere la vertenza che li vede vittime di una macchinazione. Confidiamo nelle Istituzioni, nelle organizzazioni sindacali e nella politica legata al territorio di poter essere considerati alla stregua di tutti i lavoratori del gruppo Dema».
La complessa situazione della DCM, tra preoccupazioni e sospetti
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