Autore: Cronaca IN EVIDENZA

Incidente sul lavoro nel cantiere, Danese replica a Leo (Fiom Cgil)

«Basta con i ragazzi trasformati in carne da macello. Non si possono utilizzare dei ragazzi inesperti in normali attività lavorative». Dura nota di Angelo Leo, segretario generale Fiom Cgil Brindisi, in relazione all’infortunio sul lavoro verificatosi nel cantiere navale Danese di Brindisi: «Gli incidenti sono la logica conseguenza di una non sufficiente seria formazione sulla sicurezza sui luoghi di lavoro ma anche – sottolinea Leo – di un superficiale utilizzo di giovani studenti che anziché formarsi , rischiano la vita già dai primi giorni di lavoro. Ci auguriamo che le conseguenze di questo ennesimo maledetto infortunio sul lavoro siano le meno gravi possibili. Ma è ora di dire basta, le leggi sulla sicurezza lavorativa vanno applicate costi quel che costi». Immediata la replica di Giuseppe Danese: «In riferimento alle dichiarazioni rilasciate da Angelo Leo, segretario generale FIOM CGIL Brindisi, teniamo a fare delle precisazioni. L’incidente nel quale è rimasto coinvolto uno studente dell’ITS Tecnico Superiore del Trasporto Navale non è avvenuto durante lo svolgimento dell’attività produttiva dell’azienda che ha, invece, semplicemente messo a disposizione, su richiesta dell’ITS e peraltro a titolo gratuito, i propri spazi per consentire la formazione. Non è corretto, pertanto, come invece inopportunamente e incautamente riportato dal Segretario della Fiom, parlare di “normali attività lavorative”, anche perché lo studente non è dipendente dell’azienda e non stava svolgendo attività di formazione nell’interesse della stessa. Dispiace quindi che a questo doloroso episodio sia stato associato il nome del Cantiere Navale di Giovanni Danese. Auspichiamo, pertanto, un intervento correttivo da parte del Segretario Generale della Fiom Cgil». E intorno alle 15.15 è arrivata una precisazione di Leo: «Il signor Danese, ha ragione nel dire che i due studenti non erano suoi dipendenti. Resta comunque il fatto che uno guidava il muletto, l’altro sfortunatamente ci è finito sotto. Questo semplicemente non doveva succedere per il buon nome dell’azienda, ma soprattutto per la salute dello sfortunato studente».

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