Non c’è estate senza tormentone, quello musicale ovviamente. Grazie ad Annalisa, quella di «Mon amour» è la soluzione nazionale dell’anno, senza cioè attingere al rituale filone latino-americano. Ma perché non concedersi anche un tormentone politico-amministrativo applicato alle logiche e alle situazioni brindisine? Detto fatto. Questo primo week end d’agosto è «segnato» dall’IDEA di Claudio Niccoli, che ha pensato bene di agitare le acque presumibilmente placide di una maggioranza numericamente senza problemi dopo il successo di Pino Marchionna, sindaco del centrodestra, fortemente voluto dal deputato azzurro Mauro D’Attis e soluzione unitaria di una alleanza che, invero, ha vissuto momenti complicati per la scelta del candidato sindaco. Marchionna, fresco settantenne e già primo cittadino socialista nel periodo 1990-1992, ha messo tutti d’accordo. E ha vinto. Ha varato la giunta, perfezionando equilibri non facili rispetto al risultato elettorale, e sta lavorando, col suo esecutivo. Vorrebbe farlo con la necessaria tranquillità, ma la sortita del segretario provinciale di Idea per Brindisi Claudio Niccoli (senza fare nomi e riferimenti espliciti!) ha provocato un bel casino, parzialmente attenuato dalle puntualizzazioni del giorno dopo che hanno però rilanciato, se non rafforzato, concetti e avvertimenti che metterebbero in guardia chiunque … anche «un ottimo Comandante al comando della nave», come viene dipinto Marchionna dal numero uno di Idea.
Abbiamo scelto i passaggi essenziali della nota di Niccoli: «Chiediamo a tutte le forze politiche di emarginare chi continua a credere che fare politica sia business, arricchimento personale e difesa del proprio orticello». Per Niccoli bisogna avere «la forza di spazzare via micro interessi personali, lobbies oramai obsolete ed emarginando gli uomini che ritengono la pubblica amministrazione una grande mucca da dove attingere ogni giorno latte per poter soddisfare le proprie esigenze e non quelle dei brindisini». E non finisce qui, avrebbe detto il grande Corrado: «Se questa squadra di governo, questa coalizione capisce la grande scommessa che abbiamo di fronte, il cambiamento epocale che bisogna dirigere e guidare e le grandissime responsabilità nei confronti della città, andremo avanti speditamente, altrimenti senza infingimenti ma prendendo coscienza degli errori fatti si cambi tutto, si rischi la crisi istituzionale, ma dimostrando alla città ed agli elettori di essere persone serie e perbene, altrimenti prepariamoci ad una lenta e brutta agonia, nella quale, nel nostro piccolo non parteciperemo». Avete letto bene: «… una lenta e brutta agonia …».
«Che idea» (ma quale idea) cantava Pino D’Angiò nel lontano 1981, per parlare ancora di musica. Un’idea politicamente bislacca se non autolesionistica, capace di turbare l’apparentemente imperturbabile Marchionna … o, per dirla tutta, di farlo incazzare un po’, come chiunque avrà immaginato. E l’opposizione (Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Impegno per Brindisi, Movimento Regione Salento, Uguaglianza Cittadina, Lista Roberto Fusco Sindaco)? Ringrazia per l’inatteso assist ricevuto dall’altra sponda e mette alle strette il sindaco: «Chiarisca con urgenza i motivi di tensione tra le forze di maggioranza». E ancora: «L’Amministrazione comunale di Brindisi non sia ostaggio delle beghe tra i partiti di maggioranza. Il pubblico braccio di ferro, non più serpeggiante, tra Fratelli d’Italia e il resto dei partiti di maggioranza, dovuto principalmente all’iperattività e all’ingerenza del gruppo ‘meloniano’ in tutti i dossier dell’amministrazione comunale, si sta riverberando palesemente sull’azione amministrativa». Ecco le ovvie conclusioni: «Riteniamo quindi irrinunciabile una presa di posizione del Sindaco Pino Marchionna affinché si chiariscano i reali motivi di queste tensioni e si garantisca la massima trasparenza nell’azione amministrativa».
Pronta la replica di Niccoli? «Cari amici del Pd, non siate inquieti, non vi fate venire l’ansia e non vi preoccupate: questa maggioranza governerà bene per più di 5 anni» … sempre che non debba fare i conti con «micro interessi personali e lobbies oramai obsolete». Eccolo il chiarimento del giorno dopo: «Raccomandare ai compagni di schieramento di stare attenti a chi vuole solo curare i propri micro interessi o pensa di curare il proprio orticello elettorale ,rimane una semplice raccomandazione e non una identificazione di un colpevole a tutti i costi. Aprire gli occhi su chi avvicina alla pubblica Amministrazione solo per sfruttare i propri ed esclusivi interessi, dimostra un alto senso di responsabilità oserei dire preventiva. Allertare i propri compagni di coalizione sui rischi di cartelli imprenditoriali che si avvicinano alla pubblica amministrazione per curare i propri interessi a scapito della città o, peggio, del suo sviluppo non può rappresentare il sinonimo di una crisi istituzionale». Insomma, l’affannoso tentativo di cancellare quel «si rischi la crisi istituzionale» ormai, però, agli atti mediatici della città.
Antonio Celeste