L’Olimpia Milano vince la Eurosport Supercoppa 2020 e la Segafredo Arena di Bologna, sede della Final Four, assegna il primo trofeo stagionale. Nessuna sorpresa tra le classificate: Olimpia Milano, Virtus Bologna, Dinamo Sassari, Reyer Venezia sono, sin dall’inizio di questa stagione, le prime quattro squadre del campionato. La suddivisione in gironi su base territoriale ha senz’altro favorito questi accoppiamenti, tuttavia era difficile alla vigilia immaginare che queste quattro società non avrebbero superato la fase a gironi. La prima semifinale mette di fronte la Reyer Venezia contro la regina indiscussa del mercato estivo, l’Olimpia Milano di coach Messina, sei vittorie in sei partite nella fase a gironi; mentre la Reyer ha ottenuto quattro vittorie e due sconfitte. La seconda semifinale vede contrapposte la Virtus Bologna, cinque vittorie ed una sola sconfitta nel girone; e la Dinamo Sassari con quattro vittorie su sei incontri. Entrambe le sfide sono estremamente interessanti per verificare lo stato di forma di quattro squadre che lotteranno per il primato nella classifica di campionato già dalla prima giornata. E’ stata, infatti, una partita molto “nervosa” quella tra Dinamo e Virtus con falli tecnici e l’ennesima espulsione di coach Pozzecco a colorare lo show a bordo campo. Andiamo con ordine: iniziamo dalla prima semifinale tra Olimpia e Reyer. Nel primo tempo la partita è tutta degli uomini di coach Messina, la Reyer non morde particolarmente in difesa e butta qualche pallone di troppo che si trasforma immediatamente in contropiede per l’Olimpia. Sette punti per Punter e otto di Delaney nel primo quarto portano avanti Milano (27-15 a fine frazione) e con cinque minuti sul cronometro del primo quarto, Venezia inizia a schierarsi a zona. La scelta di coach De Raffaele paga perché rallenta il ritmo offensivo di Milano, ingabbiata dai continui cambi di assetto della zona orogranata: con la palla sul perimetro, in punta o in posizione di guardia, la Reyer si dispone a zona fronte pari, mentre quando Milano cerca di appoggiare la palla al gomito – in mezzo tra le due linee difensive, il miglior punto per attaccare la zona 2-3 – Venezia cambia con la zona 1-3-1; ma le difficoltà offensive dei lagunari rimangono evidenti – 0/10 da tre punti fino a sette minuti dalla fine del terzo quarto; la prima tripla è stata di Mazzola. La difesa di Milano continua a pattugliare il centro area, sfidando gli avversari al tiro: è Stefano Tonut a raccogliere la sfida mandando a bersaglio una tripla su tre tentativi, accompagnato da Mazzola e Chappell, il numero 7 riporta la Reyer a meno di dieci punti di ritardo (23-14 il parziale della Reyer nel quarto). Nell’ultimo quarto Milano si distrae e perde qualche pallone di troppo, per i quali coach Messina si infuria, richiamando la squadra durante il timeout. Milano vive difficoltà al tiro da fuori, sbagliando 10 triple consecutive a cavallo tra terzo e quarto periodo; non riesce perciò ad allungare nel punteggio nonostante gli 8 punti di Delaney – frutto anche di 4 tiri liberi – ma la Reyer ha speso tantissimo per rientrare e non riesce a completare l’aggancio negli ultimi due minuti. Alla fine a decidere sono stati pochi possessi, ma fondamentali, che coach Messina ha affidato spesso a Malcom Delaney – 19 punti in 31 minuti in campo.
Come detto la seconda semifinale vede affrontarsi Dinamo Sassari e Virtus Bologna. Sassari inizia bene affidandosi al sempre presente Miro Bilan ed al miglior tiratore di questa Supercoppa Marco Spissu. Il duo di riconfermati guida il Banco in vantaggio nel punteggio di una partita molto “nervosa”. L’agonismo in campo è elevato e la terna arbitrale è impegnata sin dalla palla a due: su un contatto fortuito Tillman accusa dolore alla spalla ed esce dal campo per accertamenti, accorciando le già ridotte rotazioni di coach Pozzecco. In meno di tre minuti dall’ingresso in campo, Josh Adams dimostra tutto il proprio talento, battendo due volte Pusica in penetrazione e ricavandone un canestro e due liberi; proprio l’ex Pesaro sembra l’arma spuntata di coach Pozzecco. Il numero quattro non riesce ad entrare in ritmo al tiro ed è spesso oggetto degli attacchi della Virtus, in cerca di un accoppiamento vantaggioso per Adams e Teodosic. Sassari fatica in attacco con basse percentuali al tiro da tre punti, la Virtus ha il grosso merito di un’ottima difesa in transizione che ha avuto come obiettivo primario togliere le triple veloci dal gioco dei sardi. La Dinamo fatica a prendere il controllo del post basso e, di conseguenza, non riesce a liberare tiratori sul lato debole; mentre la Virtus si affida a Teodosic e Adams per avviare vantaggi da capitalizzare sulle ricezioni di Hunter, Gamble e gli esterni. E’ Miro Bilan a tenere a galla la Dinamo fino alla fine del primo tempo: 11 punti e 8 rimbalzi per il centro di coach Pozzecco che mette insieme 18 di valutazione in tredici minuti in campo, mentre Spissu ingaggia un duello molto personale con Josh Adams che lo deconcentra nel secondo quarto. Sassari chiude il primo tempo con un 4/20 da tre punti e la Virtus sempre più vicina nel punteggio. I ragazzi di coach Djordjevic vanno in vantaggio con sei minuti sul cronometro del terzo quarto, al termine di un parziale di 10-2; Sassari continua a mettere la palla in post senza riuscire a trovare vantaggi, la Virtus cambia raramente marcatura sui blocchi ma è molto attenta ai tempi di aiuto e recupero. Nell’ultimo quarto il Banco è decisamente a corto di fiato, Burnell e Bilan entrambi ben oltre i 30 minuti di utilizzo; la Virtus ne approfitta: serra la difesa e riparte velocissima in contropiede, mentre a difesa schierata attacca con grande lucidità. Coach Casalone — in controllo della panchina Dinamo dopo l’espulsione di Pozzecco. -chiama l’ultimo timeout a disposizione con 4 minuti abbondanti alla fine della sfida, rimette la palla nelle mani di Bilan che non tradisce nonostante l’evidente affaticamento. Ma il divario è incolmabile per la Dinamo che si spegne nel finale: 24 punti e 13 rimbalzi per un eroico Miro Bilan; 17 e 6 assist per Marco Spissu; mentre la Virtus chiude con 13 punti e 6 assist di Teodosic, 13 punti con 3 su 5 dal campo per Abass, 11 in 19 minuti per Josh Adams.
La Finale quindi vede affrontarsi Olimpia Milano e Virtus Bologna, in un gustoso anticipo di una sfida che terrà banco per tutta la stagione. Virtus e Olimpia sono le due squadre, sulla carta, più forti del campionato, non si sono ancora affrontate quest’anno e nel prossimo potranno addirittura competere entrambe in Eurolega. La sfida è tesa come una Finale dovrebbe essere, ma anche piena di contenuti tecnici interessanti. La difesa dell’Olimpia è quasi insuperabile – la seconda migliore di questa Supercoppa: 98,2 punti su 100 possessi. La Virtus è prima a quota 93 punti su 100 possessi. – Hines mette completamente fuori partita Gamble, mentre Punter e Delaney guidano l’attacco nel primo quarto, che si chiude 21-16 in favore dell’Olimpia. La Virtus è azzoppata dal 0/6 al tiro da tre punti e nel secondo quarto la situazione non cambia; Milano, che nel primo quarto ha perso Micov per una distorsione al gomito, continua a mandare a bersaglio triple prima con Delaney poi con Datome; l’Olimpia tocca le 13 lunghezze di vantaggio e chiude il quarto 45-33, con un parziale di 24-17. L’infortunio di Micov e la situazione falli preoccupano coach Messina, costretto a ripensare le sue rotazioni. La Virtus fa valere la propria difesa nel terzo quarto, costringendo l’Olimpia a chiudere con soli 8 punti in dieci minuti. Pur continuando a faticare con le percentuali al tiro da fuori, con grande merito della difesa di Milano, Bologna riesce a rientrare nel punteggio chiudendo affacciandosi all’ultimo quarto con soli due punti da recuperare. 53-51 in favore dell’Olimpia. Nel quarto periodo la partita è sempre più tesa, entrambe le difese producono il massimo sforzo, Milano è implacabile: dopo ogni timeout segna o ruba il pallone vanificando ogni sforzo della Virtus. Milos Teodosic non riesce a venir fuori da una serataccia al tiro, si innervosisce alle chiamate arbitrali regalando liberi agli uomini di coach Messina. L’allungo definitivo è firmato Gigi Datome. Il capitano della Nazionale ha segnato 7 dei suoi 17 punti nel solo ultimo quarto, sempre in momenti fondamentali per ristabilire le distanze con gli avversari. La Virtus comunque rientra sul meno quattro a meno di due minuti dalla fine; Rodriguez, ai margini della partita fino a quel momento, dimostra ancora una volta di essere un campione con attitudine vincente, mandando a bersaglio una pazzesca tripla dal palleggio per chiudere la partita.
Le considerazioni finali per ognuna delle quattro semifinaliste (Foto Eurosport).
Olimpia Milano: La Supercoppa dell’Olimpia ha mantenuto le aspettative: la squadra ha agilmente superato i gironi imponendo distacchi frustranti agli avversari, ha superato il test con la Reyer, lasciandoci ammirare una partita molto interessante. Ha battuto la Virtus pur senza una pedina fondamentale come Micov. I meriti di coach Messina e del suo staff tecnico sono più che evidenti, rispetto all’anno scorso la squadra esegue con molta più precisione un sistema che sembra più nelle sue corde. Coach Messina ha implementato un playbook estremamente variegato, in modo da essere adattabile alla moltitudine di quintetti che possono essere schierati; azioni di “flex offense”, blocchi “horns” e “spain”; adattarsi all’attacco dell’Olimpia richiede la massima concentrazione su ogni possesso. Ma è soprattutto la difesa ad impressionare, per numeri e qualità; raramente Datome e compagni perdono il controllo nella propria metà campo, che sia in transizione oppure a difesa schierata. La precisione dei cambi di marcatura ha strozzato le percentuali degli avversasi, l’intelligenza e l’esperienza di Hines nell’anticipare il diretto avversario in post, la sua capacità di giocare sulle linee di passaggio esterne ed interne ha permesso all’Olimpia di recuperare palloni ed andare in contropiede. El Chacho può finalmente ricoprire il ruolo che gli compete, in cui rende meglio, libero della pressione di dover iniziare tutte le azioni e spesso finalizzarle; Micov non è più al centro dei piani difensivi delle squadre avversarie e si è dimostrato il gelido “closer” – il giocatore che rende meglio nei finali di partita – che tutti conosciamo. La stagione dell’Olimpia è iniziata nel migliore dei modi. (Foto sotto: alcuni giocatori dell’Olimpia Milano – Foto Rai.it)
Virtus Bologna: la squadra delle “V nere” ha avuto più difficoltà ad imporsi sugli avversari del girone, perdendo una partita per la quale coach Djordjevic ha prontamente richiamato i suoi giocatori in conferenza stampa. Il coach serbo ha dichiarato che a volte la sua squadra si guarda allo specchio, perdendo parte dell’agonismo necessario al sistema difensivo ed offensivo. La Virtus vive e respira al ritmo di Milos Teodosic, ancora un po’ in ritardo di condizione, mentre attende il completo inserimento di Josh Adams, che nelle due partite ha mostrato solo lampi della classe di cui è dotato. Hanno impressionato Alibegovic, Ricci, Pajola e Tessitori, la truppa italiana della Segafredo ha spesso riportato in partita la squadra difendendo con aggressività. La Virtus è stata la miglior difesa del torneo per punti concessi su cento possessi, la migliore per percentuale dal campo concessa – appena il 39% -, la squadra con la migliore percentuale di rimbalzi controllati rispetto agli avversari. Anche in questa stagione, la difesa della Virtus, sarà da riferimento mentre sembra meno brillante l’attacco. Aspettiamo di vedere il miglior Teodosic ed il Josh Adams stella offensiva in ACB spagnola.
Reyer Venezia: la squadra di coach De Raffaele ha perso due volte nel girone ed è stata sfortunata a pescare l’Olimpia in semifinale. Il sistema dei lagunari è dipendente delle letture di Watt e, forse troppo, del talento di Austin Daye, che ha pagato delle rotazioni piuttosto ristrette. A livello statistico Venezia è settima miglior difesa per punti concessi su cento possessi, ottavo miglior attacco, sempre su cento possessi. La forza della Reyer non è nei numeri, ma nella resilienza di questo gruppo di giocatori: sempre pronti ad aumentare la fisicità, a giocare duro per rimontare nel punteggio. Il senso di appartenenza è ormai trasversale per tutti i componenti del roster, anche i nuovi arrivati, peccato non aver visto Footu che avrebbe potuto certamente aiutare i lagunari.
Dinamo Sassari: la Dinamo ha giocato una buona Supercoppa, tuttavia è difficile giudicare la squadra di coach Pozzecco che ha potuto schierare Tillman solo in parte del girone e per pochi minuti durante la sfida con la Virtus, è ancora priva di Stefano Gentile, quindi le rotazioni sono state davvero ridotte all’osso. Come controprova il fatto che Vasa Pusica – 5 punti con 2/13 dal campo e -7 di valutazione – abbia giocato ben 23 minuti contro la Virtus. Le cifre del Banco di Sardegna sono viziate dalle due partite contro la Virtus Roma, ma ciò non toglie che Sassari sia il secondo miglior attacco con 120 punti su cento possessi, prima per percentuale di canestri assistiti. Marco Spissu è stato il miglior tiratore del torneo ed ha definitivamente preso il controllo della cabina di regia; Miro Bilan è probabilmente il miglior centro del campionato e lo ha dimostrano con una partita pazzesca da 24 punti e 13 rimbalzi in 35 minuti in campo; Burnell è un ottimo gregario, capace di mettere fisicità e cambiare marcatura su pressoché tutti i giocatori in campo, oltre ad essere un buon rimbalzista; è stato servito con precisione dai compagni ma quando rientrerà Tillman sarà probabilmente lui a prendere iniziative in attacco di fianco a Bilan.
Queste sono le quattro migliori squadre del campionato, per ora; ma la lotta è aperta ed è stato positivo vedere L’Olimpia faticare sia in semifinale che in finale, e le altre tre messe in difficoltà nei gironi; la competitività del campionato non sembra a rischio per il momento e lo spettacolo è appena iniziato.
Paolo Mucedero (Foto di copertina agenzia Ciamillo&Castoria)