La straordinaria onda emotiva che ha travolto il Paese dopo la morte di David Sassoli mi ha sinceramente colpito. Naturalmente non perché il Presidente del Parlamento Europeo non fosse meritevole di tale, enorme, riconoscimento. Ma perché l’abbraccio dell’Italia è stato davvero diffuso e sentito. Due aggettivi che non uso casualmente ma che rappresentano bene l’emozione che ha prevalso in questi giorni nel Paese. Un’emozione che ha coinvolto tutti: dai suoi mondi più vicini della politica e della televisione fino alle persone comuni. È stato soprattutto questo, l’affetto della gente comune, a colpirmi.
Ed è stato sinceramente sorprendente leggere i ricordi e gli omaggi di tante persone con idee lontanissime dalle sue o quelli di chi, magari, non si è mai interessato più di tanto alla politica e all’attualità ma che in lui ha visto una persona onesta, capace, appassionata. Una dimostrazione lampante che alla fine, checché se ne dica, i cittadini sono in grado di riconoscere chi li governa, di vedere del buono laddove questo c’è davvero. E allora lì ho capito che De Gregori, quando scrisse quel capolavoro senza tempo, aveva davvero ragione. Perché è la gente che fa la storia e quando si tratta di scegliere e di andare, te la ritrovi tutta con gli occhi aperti, che sa benissimo cosa fare.
Perché no, non sono tutti uguali. E la storia di David Sassoli ce lo dice apertamente. Quella di una persona equilibrata, generosa, un sincero democratico ed europeista, fermamente convinto delle sue idee ma sempre pronto al confronto e al dialogo, come hanno ricordato in questi giorni tanti suoi avversari politici. Un professionista che ha dato tanto al mondo del giornalismo, prima, e a quello della politica, poi. Sempre con garbo, con limpida passione, amando il proprio lavoro. Un lavoro che per decenni ha significato raccontare i fatti, entrare nelle case della gente in punta di piedi, come hanno ricordato in tantissimi, scrivendo alla redazione del Tg1 i propri ricordi del Sassoli giornalista, mezzobusto dal volto bello e rassicurante e dagli occhi celesti e malinconici. Tra le tante lettere in ricordo arrivate in RAI una diceva: «Le persone per bene entrano in casa senza spintoni».
Nessun protagonismo, dunque, ma una colta gentilezza e la forza delle notizie prima di tutto. Come ha ricordato Gianni Riotta, con l’aneddoto delle Clarks, secondo Sassoli da preferire in studio ad altre scarpe perché «hanno la suola di gomma e non fanno rumore come le altre». Una battuta, ma anche un’esortazione, che, come ricorda l’ex direttore, contiene una chiara filosofia del giornalismo: «Niente chiasso, lasciare che al centro ci fossero gli ascoltatori, non le star».
Un approccio umile e pragmatico che ha caratterizzato anche il secondo impegno di Sassoli, quello politico, arrivato solo negli ultimi anni, ma espresso fin da subito con eccezionale passione e un coinvolgimento pieno e sincero su tutti i temi che riguardavano l’Europa e la sua gente. Ponendo al centro i diritti umani, col sostegno costante alle cause di Giulio Regeni e Patrick Zaki e di tanti giornalisti in pericolo nel mondo. Ma soprattutto contribuendo a rappresentare la nuova Europa dei popoli, lontana dai dogmi dell’austerità e più attenta alle esigenze sociali e civili, ancor più in questi due anni difficilissimi della pandemia.
Anche nell’ultimo suo video ufficiale, una lezione straordinaria di politica e di comunicazione, il suo augurio era per un’Europa sempre vigile sui temi della democrazia, la libertà, i diritti delle donne e l’informazione libera. «Contro il crudele rigorismo – ammoniva – la disuguaglianza non è più accettabile, crediamo in una nuova economia, basata non sul profitto di pochi ma sul benessere di molti». Parole detta senza retorica, a cui in questi anni aveva fatto seguito un impegno costante, lavorando a proposte di legge e strumenti innovativi e concreti. E attraverso pubbliche prese di posizione fuori dagli schemi classici a cui eravamo abituati, quelli dell’Europa rigorista e insensibile alle necessità dei suoi cittadini. Un lavoro, dunque, portato avanti lontano dai riflettori e dalla politica delle risse e degli eccessi.
Ed è proprio questa un’altra lezione che ci lascia David Sassoli. La sua pacatezza, accompagnata da una forte determinazione sui temi più sentiti dai cittadini, rappresenta un esempio straordinario di concretezza politica: fare tanto, per la gente, senza rumore. Uno schiaffo a piene mani contro la politica urlata che tanto ha spopolato in questi anni nel nostro Paese. La dimostrazione che la forza delle idee, degli ideali, riesce ad essere meravigliosamente più efficace degli slogan urlati e della demagogia.
Andrea Lezzi (Rubrica BRINDISI VISTA DA ROMA – Agenda Brindisi 21 gennaio 2021)
Il nostro omaggio a David Sassoli: «Il sorriso della buona politica»
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