Autore: IN EVIDENZA Rubriche Vista da Roma

Brindisi: valorizzazione del Castello Alfonsino, un maniero da vivere

Siamo tutti molto orgogliosi del nostro Castello Alfonsino, un gioiello unico nel suo genere, con una «piazza d’acqua» tra le più suggestive al mondo e una posizione incredibile all’ingresso di un porto naturale di indubbia bellezza. Riguardo questa ricchezza del nostro territorio sappiamo quanto sia stato fatto negli ultimi anni per riportarla agli antichi splendori. Da circa un anno sono terminati alcuni lavori di restauro, finanziati dal Ministero della Cultura, mentre si attende una seconda fase di intervento.
Non con poche polemiche tra Amministrazione e Soprintendenza – legate ai temi della fruizione del bene – alla fine si è comunque partiti con una fase di visite guidate. Fase che sta riscuotendo enorme successo, con tanti turisti e scolaresche, un’ottima organizzazione e buoni riscontri per la qualità del servizio offerto.
Fatta questa premessa, resta però aperto il grande interrogativo sul futuro della struttura. Come valorizzare appieno il nostro gioiello più grande? Un bene dal potenziale immenso che forse meriterebbe un’offerta diversificata, capace di spaziare dalle semplici visite ai grandi eventi. Ci chiediamo, quindi: sarà mai possibile tutto questo? È stato almeno preso in considerazione?
Ad oggi, rispondere a questa domanda non è così semplice. E il motivo risiede nell’equivoco di fondo su chi abbia effettivamente il compito di decidere su questi aspetti. Senza entrare nella complessa diatriba tra Amministrazione comunale e Soprintendenza, come detto a oggi c’è l’affidamento a un’associazione (Le Colonne) per la gestione delle visite guidate, esperienza che – ripetiamo – sta andando benissimo. Sarebbe interessante, però, capire entro quando si penserà di approdare a una seconda fase, che alle visite sia in grado di abbinare la costruzione di un’offerta completa per il Castello, con attività presenti sul luogo, eventi e iniziative. Capire almeno se questa seconda fase partirà prima o poi – al termine della seconda parte dei lavori magari – o se non è nemmeno prevista.
Speranzoso che l’ultima ipotesi non sia tra le possibilità, credo che sia ora di iniziare a pensare concretamente alla fase due, quella dello sviluppo del Castello in tutte le sue forme possibili. Fase su cui, magari, si potrebbe coinvolgere la città. Non pensiamo ovviamente a ipotesi strampalate come quelle circolate negli anni, che ipotizzavano un castello-hotel o addirittura un casinò. Non parliamo di questo, ovviamente, ma di guardare tranquillamente a tante altre esperienze del nostro Paese, dove i Castelli sono ormai luoghi da vivere.

Cosa può offrire un castello in termini di proposte culturali e di servizi ce lo possono suggerire diverse esperienze. Io mi sono imbattuto in una decisamente positiva nel pomeriggio di Pasquetta, quando mi son trovato a Corigliano d’Otranto. Qui, entrando nella Fortezza cittadina, ho passato alcune ore immerso in un ambiente ben tenuto e ricco di proposte interessanti, quel giorno legate in particolare alla musica con concerti live e dj set nel bellissimo cortile e in alcuni spazi antichi del castello, sicuramente molto suggestivi.
Per la precisione, la struttura cinquecentesca al suo interno prevede attività fisse che spaziano dall’info point per i turisti al bar-ristorante, fino alla piccola biblioteca pubblica. Per finire, anche due piccole suite per soggiornare nei torrioni, in un ambiente davvero esclusivo.
L’esperienza del «Castello volante» nasce da tre imprese culturali che insieme al Comune di Corigliano d’Otranto hanno re-immaginato l’antico Castello De’ Monti come un «sistema di officine creative, un grande cantiere delle arti visive … per la riscoperta e la tutela dei beni immateriali, la pratica artistica, il nutrimento dei pensieri che volano». È un progetto nato grazie a un bando della Regione Puglia per la valorizzazione degli attrattori culturali attraverso il sostegno alle imprese della filiera dello spettacolo dal vivo e – appunto – il supporto dell’Amministrazione locale. Aspetto, quest’ultimo, che ci deve far riflettere, perché è impensabile che in un’esperienza di questo genere il Comune non sia pienamente coinvolto nella scelta di una strategia di valorizzazione del bene. L’auspicio è che ciò possa avvenire anche da noi e che il dialogo con la Soprintendenza possa divenire proficuo.

Per concludere sì, anche nei castelli, perfino nei castelli, si possono organizzare eventi culturali in grado di richiamare fasce di età differenti e risultare attrattivi per una grande parte di pubblico che in questi anni, in Puglia, ama spostarsi tra le diverse località della regione, per seguire concerti, installazioni, presentazioni di libri, degustazioni, piccole rassegne.
Perché i nostri beni vanno certamente tutelati e preservati ma rappresentano la nostra storia e devono continuare a dialogare con il presente, coinvolgendo la propria comunità di appartenenza e diventando luoghi da vivere e amare.
Andrea Lezzi (Rubrica BRINDISI VISTA DA ROMA – Agenda Brindisi 22 aprile 2022)

Nella foto di copertina Franco Romanelli fotografato col suo «schifarieddu» mentre esce dalla darsena del Castello.

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