Autore: Controvento IN EVIDENZA Rubriche

Famiglia: che sia festa per tutti!

19 marzo festa del papà, 9 maggio festa della mamma, 2 ottobre festa dei nonni. Stop, finito, la famiglia è tutta qua. Nossignori! Io protesto, contesto e pretendo che i misteriosi burattinai che stabiliscono quali siano le varie feste da celebrare al mondo eliminino al più presto questa grande ingiustizia. Possibile che sinora nessuno si sia mai indignato per una palese discriminazione, non solo di generi, ma anche di nuore, cugini, cognati, suoceri e zii? Ma come, hanno messo in calendario giornate cretine come quella della tartaruga e dell’hamburger, e non hanno inserito invece la festa di fratelli e sorelle, dei cugini, dei cognati, ecc.? Sì, certo, anche dei cognati, che non sono affatto i cenerentoli della famiglia! In un vecchio quanto delizioso libro di fotografie del compianto Luciano De Crescenzo, c’è un’istantanea che riprende un mendicante da gradino con ai piedi un berretto per le monete e un cartello con la scritta: ROVINATO DAL COGNATO. Quando si dice miseria e nobiltà di un popolo poetico e verace, composto anche da cognati! E che dire dei cugini (li crussupini, dal latino consobrinus), così importanti nell’età infantile e puberale, quando il rapporto di complicità rende possibili esperienze di vita fondamentali: le escursioni proibite, le marachelle e le coperture reciproche, i giochi, i bisticci … Dove sta la festa dei cugini? perché questa infame dimenticanza? E che sono i cugini, i figli della serva? Mancano all’appello anche generi e nuore, suoceri e consuoceri, ma latitano soprattutto i rappresentanti di una grande categoria parentale, quella degli zii. Esclusione davvero vergognosa e imperdonabile! Non ci sarebbe famiglia senza quelle fondamentali figure domestiche. Chi di noi non può vantare di aver avuto in gioventù uno zio simpaticone, eccentrico, o addirittura mezzo matto? Quello che ti piombava in casa a qualsiasi ora e, con euforica, coinvolgente allegria, ti invitava a seguirlo per andare a pesca o in bici, mentre la mamma cercava disperatamente di opporre resistenza invocando il dovere di terminare prima i compiti? Oppure uno zio tirchio e brontolone come zio Paperone? Ricordo poi, che specie da noi al sud, è zio anche l’amico di papà o il vicino di casa. Persino il famigerato Misseri di Avetrana era chiamato «Zu Miché»… E gli zii presenti in letteratura? Ne «I Promessi Sposi», forse che don Lisander non dipinge un conte zio? E «Uncle Tom», quello della capanna, dove lo mettiamo? Infine c’è la zia, monumento della famiglia. Ognuno di noi ha avuto una giovane zia vice mamma, e può tuttora esibire una vecchia zia dal nome antico (Pina, Maria, Antonietta) e dal cuore d’oro: formidabile negli abbracci quanto nei consigli, suprema chef nelle orecchiette fatte a mano, nelle parmigiane e, sopratutto, nei fritti di una volta. A questa figura, semidivina e paramaterna, tutti noi non possiamo che dire «Grazie zia»!
Bastiancontrario (Rubrica BASTIANCONTRARIO – Agenda Brindisi 21 maggio 2021)

Immagine di copertina: fonte Stimulus Italia

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