Legambiente, anche attraverso le proprie osservazioni sul piano regionale per l’economia circolare o, per meglio dire per la gestione dei rifiuti, ha sempre evidenziato che l’obiettivo principale è promuovere la riduzione della produzione di rifiuti Solidi Urbani e conseguentemente il loro recupero, riuso e riciclo, cosa che non viene favorita da di termovalorizzatori o da nuovi impianti di trattamento di combustibili Solidi Secondari (CSS) ciò che finisce con il disincentivare la raccolta differenziata. La provincia di Brindisi offre segnali contraddittori per ciò che riguarda la gestione del ciclo degli RSU, per non parlare dei rifiuti speciali, pericolosi ed ospedalieri che tratteremo in altra sede, a cominciare dalla presenza e dal futuro della discarica di Formica Ambiente che il piano regionale si limita ad indicare senza alcun riferimento rispetto alle criticità. Vi sono comuni altamente virtuosi e fra questi sicuramente Fasano, non a caso premiato nel report regionale di Legambiente sui Comuni Ricicloni in ragione del forte incremento della raccolta differenziata, ma vi sono comuni ben lontani dal raggiungimento della media regionale 58,34% di raccolta differenziata e ben più dall’obiettivo del 65% della stessa, più volte richiamato in norme nazionali e regionali, anche con riferimento alle penalizzazioni legate all’ecotassa come già si ricordava nel DR 52 del 2017. Ovviamente un focus particolare merita il comune capoluogo di provincia, nel quale, dopo gli anni bui ed il crollo della raccolta differenziata a seguito della rescissione del contratto con la società Monteco, si è registrata una ripresa, legata anche a premialità e penalizzazioni da quando la gestione degli RSU è stata affidata alla Ecotecnica, come dimostra il raggiungimento del 53,5% nel 2018. Va, però, evidenziato il fatto che, invece di avere un progressivo incremento negli anni successivi, si è avuto un calo della percentuale di raccolta differenziata, scesa nel 2019 a 50,1% e nel 2020 a 47,5% Parallelamente a ciò, si è registrato un evidente calo del senso civico dei brindisini, testimoniato in modo eclatante dal succedersi di roghi di rifiuti di vario genere, ma anche dall’abbandono ovunque di rifiuti o dalla non corretta loro distinzione, qualcuno dice per l’effetto perverso del lockdown. Il comune di Brindisi è stato costretto a fare i conti, dopo l’intervento dell’autorità giudiziaria e della regione Puglia, con i gravi problemi ambientali creati nella discarica di Autigno dalla perforazione del manto di polietilene e dallo sversamento in falda del percolato, oltre che dalla mancata raccolta del biogas, con conseguente danno economico. All’inizio di dicembre, Legambiente ha anticipato quanto oggi ufficializzato e cioè il finanziamento di 21 mln di euro per un nuovo e complessivo progetto di messa in sicurezza e bonifica. La migliore possibile gestione della discarica non è, però, l’obiettivo principale da raggiungere, dovendo essere, al contrario, la stessa discarica destinataria di una quota residuale di RSU e comunque, di materiali non contaminati. Nelle passate settimane, come riportato anche nel Piano Regionale per la gestione degli RSU, è stata data notizia del finanziamento di 35 mln di euro per la realizzazione di un impianto di compostaggio in aerobiosi ed anaerobiosi ed un impianto di biostabilizzazione con produzione di CSS. Legambiente ha sempre sostenuto la validità del primo impianto, anche con connesso recupero di biogas, ma va chiarito che la sua modulazione deve rispondere ad una filiera corta provinciale da raccordare con l’impianto di Erchie. Per quel che riguarda l’impianto di biostabilizzazione, rispetto al quale forti sono le perplessità sul ruolo centrale dato al CSS, c’è da capire se parliamo di un nuovo impianto o del revamping di quello esistente sul quale si sono espressi in modo negativo gli organismi tecnici competente. È quindi essenziale che siano promosse politiche per incrementare sensibilmente la raccolta differenziata, sia attraverso una revisione del contratto in essere con la società Ecotecnica in favore di premialità/penalizzazioni rispetto alla media regionale di raccolta differenziata e, del raggiungimento dell’obiettivo del 65%, sia per quel che riguarda la tracciabilità dei rifiuti differenziati nel conferimento dai cittadini alla società raccoglitrice e da questa agli impianti di destinazione, con evidenti benefici ambientali, economici ed anche individuali, considerando che il costo della TARI è il più alto possibile. Sulla presente lettera aperta attendiamo riscontri da parte del sindaco, da un lato apprezzando i finanziamenti di impianti in corso, dall’altro però attendendo provvedimenti che consentano di qualificare la raccolta differenziata ed i controlli nell’intero territorio comunale, raggiungendo livelli di raccolta differenziata ed anche di introiti legati al trattamento delle specifiche frazione (a cominciare da quella organica) che consentano, fra l’altro, di ridurre l’eccessiva TARI.
Doretto Marinazzo – Presidente circolo “Tonino Di Giulio” Legambiente Brindisi