Intendiamoci, la rivoluzione tecnologia relativa ai nuovi processi informatici digitali è cosa buona e giusta, assolutamente utile e irreversibile, però nasconde una pietra di inciampo notevole, un grande «Ma» che continua ad ostacolare l’avvio fluente delle varie procedure. Da cittadino, rivendico maggior rispetto e maggiore attenzione nei confronti di quelle fasce di utenti che, per età e/o livello di competenze specifiche, hanno serie difficoltà a rimanere al passo con i tempi.
Lo Stato, ma anche il mondo delle banche e di tutte quelle aziende fornitrici di servizi, hanno il dovere di facilitare quanto più possibile l’arduo compito che il cittadino comune è chiamato a svolgere per non restare tagliato fuori dai servizi essenziali. Non è giusto, ed è anche discriminante, creare una frattura tra «quelli che ce la fanno» e «quelli che rimangono al palo». I problemi sono tre: a) SEMPLIFICAZIONE, b) COMUNICAZIONE, c) TUTORAGGIO. Cominciamo dalla prima stazione della via crucis di queste settimane niente affatto sante: «Quer pasticciaccio brutto» del Cashback, cui si accede attraverso uno SPID che si ottiene solo dopo aver guadagnato una ID. Insomma, un gioco di scatole cinesi. Ogni passaggio è un calvario: numeri verdi scortica nervi, file da tampone davanti alle poste, sms e mail cariche di password provvisorie, codici, numeri di verifica, una serie di ostacoli che seminano disorientamento, frustrazione e rabbia. b) Le istruzioni relative alle varie operazioni sono infarcite di vocaboli in uso presso i sudditi di Sua Maestà la Regina, anche se noi viviamo nella Repubblica Italiana, quella in cui vige una signora legge del tutto inapplicata, la Legge 15 dicembre 99 n. 482, la quale, al comma 1. dell’art. 1. recita testualmente: «La lingua ufficiale della Repubblica è l’italiano». E, invece, nelle disposizioni applicative, nei fogli informativi e in rete, ci imbattiamo in termini «fuori legge» quali cashbach (rimborso), cashless (senza contanti), contactless (senza contatto), Issuer (emittente), Wallet (portafoglio). Manca solo shameless (senza vergogna), che resta l’attribuzione più qualificante da affibbiare ai responsabili di questa deriva linguistica superflua e anche un po’ risibile.
Esaminiamo l’ultimo, ma non ultimo, punto, il c). L’assistenza agli utenti è fondamentale. Se si vogliono davvero avviare processi globali di digitalizzazione, bisogna assicurare al cittadino una sorta di tutoraggio efficiente: numeri verdi che rispondono e aiutano concretamente, succursali di uffici postali tutte aperte nel pomeriggio, sportelli di patronati dedicati. Vorrei infine sottolineare come, nella lotta impari dell’utente contro il Leviatano di una nuova burocrazia tecnocratica più malevola e infida che pria, non sento levarsi grida di protesta da parte delle associazioni in difesa dei consumatori e dei sindacati. Anche questo silenzio assordante mi pare grave ed inaccettabile.
Bastiancontrario (Rubrica CONTROVENTO – Agenda Brindisi 18 dicembre 2020)
Digitalizzazione canaglia
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