C’è un nuovo strumento a disposizione nella lotta contro lo sfruttamento del lavoro nero – che, tra le sue forme odiose, trova nel caporalato in agricoltura una delle sue massime e intollerabili espressioni – che merita di essere sostenuto da tutti indistintamente rispetto al proprio colore politico e trasformato in legge dello Stato. E’ il Ddl 2404 presentato nei giorni scorsi davanti al Cnel (Comitato nazionale dell’economia e del lavoro) – primi firmatari i senatori Tommaso Nannicini e Sandro Ruotolo – intitolato «Norme per il contrasto dello sfruttamento lavorativo e per l’emersione del lavoro nero». Il Ddl 2404, in particolare, mira a prendersi cura di quanti essendo in una condizione di palese debolezza denunciano condizioni di sfruttamento del lavoro. «E’ un testo che merita di essere sostenuto in maniera trasversale e trasformato in legge – dice il Segretario generale della Flai Cgil Cosimo della Porta (foto) – perché rappresenterebbe una conquista di civiltà e di giustizia sociale in questo Paese e che combinato con la legge 199/2016 – per il contrasto al lavoro nero, lo sfruttamento del lavoro in agricoltura e il riallineamento retributivo nel settore agricolo – contribuirebbe in maniera determinante a smantellare quella piaga ormai radicata da tempo, nel Mezzogiorno e nella nostra provincia in particolare, che risponde al nome di caporalato».
Il Disegno di legge prevede la presa in carico da parte dello Stato di quanti trovano a fatica la forza di denunciare – anche in forma anonima – situazioni intollerabili di sfruttamento del lavoro un programma di protezione, alloggi, garanzia del reddito per 24 mesi, tutele, nonché un percorso di emersione e regolarizzazione. «Una rete di protezione fondamentale – prosegue Della Porta –, per chi denuncia e la sua famiglia, la quale mina alle basi forme di sfruttamento come il caporalato che prospera ancora a queste latitudini proprio per la estrema condizione di debolezza in cui si trova il lavoratore, costretto a subire soprusi e vessazioni anche di natura fisica o costretto a vivere in tuguri o in condizioni di precarietà persino sanitaria come accade ai lavoratori extracomunitari che costituiscono in prevalenza la forza lavoro adoperata nelle nostre campagne». «La Flai Cgil – conclude Della Porta – condivide lo spirito e le finalità di questa legge. Chi trova la forza di denunciare il lavoro nero va sostenuto ed accompagnato nel suo percorso per una società più giusta ed in cui i diritti abbiano il loro rispetto. Facciamo appello a tutti i parlamentari del nostro territorio, una delle province in cui il caporalato è presente da secoli, a sostenere la conversione in legge del Ddl 2404, nella speranza di costruire una società più giusta dove il lavoro sia un diritto rispettato e tutelato così come sancito dalla nostra Costituzione»