La Flai e la Cgil sono preoccupate per la crisi occupazionale all’interno dello stabilimento Maribrin di Brindisi e per il futuro dei suoi dieci lavoratori. La società, da quanto comunicato, rischia di chiudere i battenti il 10 agosto prossimo. Le perdite di fatturato seguiti alla fase pandemica prima, e dagli aumenti esorbitanti dovuti ai rincari dei costi dell’energia non possono ripercuotersi sul futuro di dieci famiglie. Apprezziamo lo sforzo dell’azienda di voler abbattere i costi dell’energia producendo un progetto per l’installazione di un impianto di 200 kw per investimenti produttivi nell’acquacoltura e di efficientamento energetico dell’impianto di itticoltura marina che sfiora i 350 mila euro. Progetto che, pur ricevendo parere positivo il 24 maggio scorso resta ancora in attesa del decreto di finanziamento. A questo si aggiunge la mancata compensazione per le perdite di fatturato della fase Covid per quasi 600 mila euro. I ritardi della burocrazia non possono riflettersi negativamente sulla vita delle persone, per questo come Flai e Cgil Brindisi abbiamo chiesto l’attivazione di un tavolo regionale per riuscire a superare la crisi occupazionale che rischia di coinvolgere persone, la cui anzianità anagrafica, rende ancora più complicata una eventuale possibilità di ricollocamento. La Flai e la Cgil sono preoccupate anche per via del fatto che la crisi occupazionale possa estendersi anche oltre dal momento che l’azienda non è l’unica del settore in sofferenza e per motivi analoghi. Nelle scorse ore la segreteria della Flai Cgil di Brindisi si è riunita in assemblea con i lavoratori tra i quali forte è la preoccupazione per il futuro occupazionale.
«Siamo accanto ai lavoratori e alle loro famiglie – dichiara il segretario generale della Flai Cgil Cosimo Della Porta (foto) -. Chiediamo la massima attenzione alle Istituzioni per individuare delle soluzioni idonee a salvare il futuro occupazionale dei 10 lavoratori brindisini compresa l’attivazione di un tavolo regionale. Non possiamo permetterci il lusso di perdere nemmeno un posto di lavoro in un settore fortemente penalizzato dalla congiuntura economica. I rincari dei costi dell’energia ed i ritardi della burocrazia, tuttavia, non possono pregiudicare la vita dei lavoratori e delle loro famiglie. Rivolgiamo pertanto, data la nota sensibilità a questi temi, un appello al Prefetto per convocare appena possibile un tavolo di confronto per ricercare una soluzione per uscire da una situazione che assume contorni sempre più drammatici, prima che sia troppo tardi».