Il Decreto messo in campo dal governo per mitigare le gravissime ripercussioni economiche in corso, in tutti i settori, dopo il conflitto in Ucraina, è un segnale di attenzione verso il Paese. Nel settore agricolo, già particolarmente provato dalla crisi dovuta alla pandemia ed altri fattori endemici del settore, può tradursi in una boccata d’ossigeno. La riduzione del prezzo di benzina e gasolio di 25 centesimi di euro al litro per un periodo di 30 giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento; il Bonus carburante; il credito d’imposta per l’acquisto di carburante per agricoltura e pesca (pari al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto del carburante effettivamente utilizzato nel primo trimestre solare dell’anno 2022); la rinegoziazione dei mutui agrari
e garanzia ISMEA (al fine di sostenere la continuità produttiva delle imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura); il rifinanziamento del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura (la dotazione del fondo, ai fini dell’erogazione dei contributi alle imprese, è incrementata di 35 milioni di euro per il 2022); e in fine i fertilizzanti (al fine di ridurre l’uso di fertilizzanti chimici e di limitare i costi di produzione, è ammessa la sostituzione dei fertilizzanti chimici di sintesi con il digestato equiparato, di cui vengono individuate le caratteristiche), possono essere dei validi aiuti per le aziende del settore e di conseguenza anche per i lavoratori che restano sempre l’anello debole della catena. Prendiamo atto dell’impegno del Governo sperando che i lavoratori del settore agricolo e della pesca possano beneficiare in maniera indiretta conservando la piena occupazione dato che, a causa dell’assurda impennata dei costi dell’energia, la crisi delle aziende si riflette in particolare sulla conferma della manodopera attualmente impiegata. Crediamo che gli strumenti messi in campo possano rappresentare un primo segnale d’aiuto ma resteremo vigili per controllare gli effetti che potrà dispiegare perché ci troviamo di fronte ad una crisi senza precedenti e non vorremmo che a farne le spese siano lavoratori e famiglie già sfiancati da innumerevoli difficoltà. O che la crisi, nonostante gli strumenti messi in campo, possa rappresentare l’alibi per continuare a ridurre salari o forza lavoro, non possiamo permettercelo.
Cosimo Della Porta – Segretario Generale Flai-Cgil Brindisi