“L’uscita di Brindisi dal baratro determinato dagli effetti del processo di decarbonizzazione passa attraverso una stagione di protagonismo delle imprese brindisine che fanno parte di un indotto attraverso cui l’Enel ha tenuto in marcia per decenni la centrale di Cerano. Si tratta di un concentrato di esperienze, di professionalità e di capacità imprenditoriali che non possono morire insieme alla centrale”. Lo ha dichiarato il Presidente della Cna di Brindisi Franco Gentile (foto) nel corso del ‘tavolo’ sulla decarbonizzazione convocato dal Ministero del made in Italy presso la Prefettura di Brindisi.
“Anche in questa occasione – ha aggiunto Gentile – Enel non ha fornito alcun elemento di chiarezza ed è questo il motivo per cui chiediamo che sia il Governo a pretendere, in attesa di una auspicata revisione della tempistica dei processi del Green Deal, che il fine-vita dell’impianto di Cerano resti fissato a dicembre del 2025 e che, nel frattempo, sia consentito alle imprese dell’indotto di adempiere pienamente ai contratti in essere, senza riduzioni di prestazioni (chieste dall’Enel) che mettono in ginocchio tali imprese. Se non dovessimo ottenere garanzie in tal senso potremmo anche decidere di essere noi a staccare la spina e quindi a far chiudere la centrale anzitempo”.
Quanto, invece, alle proposte di nuovi investimenti illustrate nel corso dei lavori del ‘tavolo’, Gentile ha sostenuto che “il Governo deve garantire forme di tutela per le imprese brindisine dell’indotto con cui i nuovi investitori dovranno individuare sistemi per il pieno coinvolgimento delle stesse e non solo in termini di appalti, ma anche di possibile partecipazione societaria. Il nostro territorio, insomma – ha concluso Gentile – vuole svolgere un ruolo da protagonista nei programmi di sviluppo anche grazie alle capacità delle sue imprese”.