Lunghi soggiorni di studio a Gerusalemme nel corso di cinque anni per narrare in oltre cinquecento pagine (italiano / inglese) la storia dell’Europa dal Cinquecento alla prima metà del Novecento attraverso i preziosi parati liturgici inviati in Terra Santa da regnanti, dalle potenti repubbliche di Genova e Venezia, da pontefici e devoti: doni offerti al Santo Sepolcro, ai santuari di Betlemme, Nazareth e ad altri luoghi sacri della vita di Cristo, realizzati con tessuti ricamati o broccati in seta oro e argento su disegni di artisti operanti presso le maggiori corti europee. In 123 schede analitiche, supportate da limpide immagini, scorrono i doni di Filippo II di Spagna, i velluti cesellati di Lombardia, il parato fastoso del cristianissimo Luigi XIII di Francia, le meraviglie assolute delle repubbliche di Genova e Venezia, il parato rosso «della palma» di Giovanni V del Portogallo, le elargizioni dell’imperatore del sacro Romano Impero Carlo VI e, a seguire, quelle della figlia, l’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo. Mostra la sua leziosità mondana il tessuto del parato donato da Elisabetta Farnese regina di Spagna, ricavato forse da una sua veste. Si resta ammirati dal pontificale figurato con scene della Passione commissionato da Ferdinando VI di Spagna e dalla moglie Barbara di Braganza. Una rarità l’insieme «color caffè», donato dal seggio napoletano del Nido.
Ugualmente considerevoli sono i parati di Carlo III di Borbone, solcati da sinuosi meandri broccati, quello bianco, luminosissimo, di Maria «primera», regina di Portogallo, il parato nuziale in drap d’or di Napoleone III, disseminato di api d’oro, e poi i damaschi e i ricami di Palermo e Messina, i prestigiosi doni portati a Gerusalemme dall’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe d’Asburgo-Lorena. Un pontificale bianco, laminato, ricamato a Torino, reca lo stemma di Vittorio Emanuele II re d’Italia. Ricalcano stilemi «egizi» e «bizantini» i ricami eseguiti negli anni Trenta del Novecento a Vienna dalle Suore del povero Bambino Gesù, mentre si distinguono per la rigorosa semplicità i parati donati da Paolo VI, pellegrino in Terra Santa nei giorni in cui si decideva il rinnovamento della Chiesa nel Concilio Vaticano II. Il breve elenco, riduttivo e frettoloso, può dare un’idea, sia pure parziale, del tesoro tessile che ha vestito e accompagnato nei secoli la liturgia solenne della Terra Santa. L’indubbia bellezza dei manufatti, risultato di pensiero, immaginazione, ricerca e competenze, esprime il sentimento dell’Infinito e dell’Eterno. A ribadirlo è la profusione dell’oro che con la sua inalterabilità allude alla luce divina.
(M. Pia Pettinau Vescina, Paramenti sacri. Dall’Europa alla Terra Santa, 560 pagine, 350 ill., Edizioni di Terra Santa, Milano, prefazioni di Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, Francesco Patton, custode di Terra Santa, Béatrix Saule, direttore emerito della Reggia di Versailles).