Autore: IN EVIDENZA Rubriche Zona Franca

Crociere, Brindisi abbandonata / Porto: zona franca Enel e non A2A

Brindisi abbandonata – Da maggio quattro navi della MSC scaleranno Bari mentre Taranto esordisce come scalo crocieristico. La notizia dell’abbandono dello scalo brindisino viene data dai media per lo più con titoli strumentalmente «tendenziosi», come se si intendesse far ricadere le colpe su qualcuno. Si vuole legare la decisione di lasciare lo scalo brindisino alla non realizzazione di una struttura provvisoria per monitorare i crocieristi. Infatti, secondo indiscrezioni giornalistiche, sarebbe proprio questo il contenuto di una recentissima telefonata di MSC all’AdSP. Ma per tale struttura, la Regione Puglia e il Comune di Brindisi espressero a suo tempo parere favorevole (confermato di recente) con riferimento alla temporalità del manufatto dichiarata dall’Ente portuale. Tale temporalità è fissata dalle norme in 180 giorni, diversamente si individuerebbe una diversa destinazione della banchina che oggi è industriale. Stando così le cose, non si capisce quali sarebbero gli impedimenti allo scalo delle navi da crociera a Brindisi. Ma davvero c’è qualcuno che pensa che si possa scegliere di andare in un porto anziché in un altro pochi giorni prima della stagione crocieristica? Non pare invece logico che questa scelta sia, al contrario, frutto di una programmazione fatta a tempo debito?
Emma Taveri è una brindisina esperta in «destination marketing e management ad impatto sociale», ideatrice, tra l’altro, del progetto «Sea Working Brindisi» che propone di rendere la città una meta ideale per gli smart workers e che ha suscitato interesse a livello nazionale. La Taveri ha postato sul suo profilo Facebook la propria soddisfazione perchè la «MSC Crociere, con una delle sue navi più prestigiose, sceglie Taranto come nuova tappa nel Mediterraneo …». Dal suo post si evince che questo scalo è frutto di una precisa strategia promossa dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio – in collaborazione con l’Amministrazione comunale – alla quale hanno collaborato degli esperti fra cui, da vari mesi, anche la brindisina Taveri: da qui la sua legittima soddisfazione. A me, brindisino, un po’ rode, ma sono contento per Taranto che ha saputo lavorare. Allora è chiaro che l’attività delle compagnie crocieristiche non si basa sull’improvvisazione ma su una accurata pianificazione elaborata nei mesi precedenti che tiene conto, tra l’altro, della capacità di attrazione di un territorio: in pratica, bisogna saper «vendere» o, se vi piace di più, promuovere il territorio. La domanda che ne consegue è: a (o per) Brindisi si sono mai posti un problema del genere?
A prescindere dai futuri accosti di S. Apollinare, cosa è stato fatto per rendere dignitosa l’accoglienza ai crocieristi e al traffico passeggeri in generale, oltre a farli sbarcare tra «cenere e carbone»? E’ possibile incaponirsi con un progetto, quello della stazione marittima Le Vele, evidentemente nato male e proseguito peggio? Terminal che non s’intende abbandonare malgrado la consegna fosse prevista per l’aprile del 2013 e che dall’aggiudicazione definitiva dell’appalto siano trascorsi ormai dieci anni. E’ come se non bastasse, mercoledì scorso è stata notificata una richiesta di proroga delle indagini preliminari nei confronti di Ugo Patroni Griffi, del dirigente Francesco Di Leverano e altri quattro. Nonostante tutto ciò, si corre il rischio di essere sbeffeggiati se si osa insistere sulla necessità di un adeguamento del canale Pigonati per consentire un più agevole ingresso delle navi nel porto interno. Si preferisce far marcire il capannone ex Montecatini piuttosto che utilizzarlo per ciò che la sua ubicazione imporrebbe, o si cerca di «sbolognarlo» per la realizzazione di un museo-non-museo, sublimazione dell’ermetismo dei critici camerieri.


Zona franca Enel e non A2A – Ha fatto scalpore, positivamente, la velocità con la quale è stata approvata la perimetrazione della Zona Franca Doganale di Brindisi situata nell’area retro portuale di pertinenza dell’Enel. Di certo una notizia positiva anche perchè l’Enel (Logistics) pare avere le idee chiare su come procedere ed è notoriamente brava a condurre il proprio business. Bisogna rilevare che a supporto di quest’area occorrono banchine attrezzate e tutto ciò che favorisca il traffico commerciale.Guardando tale perimetrazione viene spontaneo rammaricarsi perchè l’area sarebbe potuta essere più grande e logisticamente più regolare e avere per questo maggiore competitività e appetibilità. Ciò se fosse stato possibile includere l’area di A2A, che una volta era di proprietà dell’Enel. Quest’area, con scontata lungimiranza, era stata destinata alla retroportualità nell’ormai vecchio DPP ed è auspicabile che ciò non cambi nel nuovo, poichè sarebbe un grossolano e imperdonabile errore. Se ognuno di noi non si limitasse a difendere quel paio di metri quadrati del proprio orticello, probabilmente il futuro di questa città sarebbe diverso, di sicuro migliore.

Giorgio Sciarra (Rubrica ZONA FRANCA – Agenda Brindisi – 5 marzo 2021)

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