C’è un’allergia cui una buona parte di cittadini non sembra essere immune, quella alle regole e alle norme del vivere comune. Te ne accorgi subito passeggiando – negli orari più disparati – sui corsi pedonali, entrando nei negozi e nei supermercati.
Sarà che rientrato da Roma per qualche giorno ero abituato alla situazione della Capitale, dove seppur non come al centro-nord del Paese, in tantissimi osservano le regole imposte dall’emergenza. Ma dispiace molto vedere come a Brindisi in tanti, troppi, ancora non indossino la mascherina e non rispettino il distanziamento. Fa male dirlo ma sono soprattutto anziani, visti personalmente sulle panchine di corso Garibaldi o piazza Cairoli, a ridere e chiacchierare in gruppetti senza alcuna minima osservanza delle norme anti-Covid. E, ahimè, senza che le pattuglie parcheggiate a pochi metri intervenissero almeno per redarguire. Al contrario, lo dico con dispiacere, in molte zone del Paese in cui sono stato recentemente per lavoro, dove evidentemente la gravità della situazione è molto sentita, ho assistito a numerosi interventi – fossero richiami verbali o multe – da parte di chi ha l’onere del controllo della sicurezza.
Non sono solo gli anziani, comunque, i disobbedienti. A loro fanno seguito orde di ragazzini – della fascia dei tredici-quattordicenni – nelle uscite pomeridiane. Comitive delle scuole medie, per intenderci, dove indossare la mascherina fa un po’ da sfigati con le ragazzine e con gli amichetti e quindi: tutti in giro a grupponi a ridere e ammassarsi per strada.
Non si tratta di fare la paternale, di essere moralisti o di colpevolizzare. Non è un ruolo che ho mai interpretato né mi affascina. C’è, molto semplicemente, una epidemia dilagante – anche se meno percepita nelle nostre zone – che quando non uccide comunque paralizza il nostro sistema sanitario nazionale. Non auguro a nessuno di recarsi presso i nostri ospedali in questi giorni ma sarebbe utile per comprendere la drammatica situazione vissuta nei presidi delle province pugliesi (per non parlare della situazione nel centro-nord) dove c’è un problema gravissimo di posti letto, sovraffollamento, mancanza di personale, sospensione di terapie non urgenti. Basta leggere un giornale, parlare con un medico, interpellare un amico che ha dovuto frequentare le corsie ospedaliere in questi giorni.
La situazione è grave e per questo – tornando al tema dei comportamenti – sarebbe sacrosanto che per una volta dimostrassimo di essere una comunità, di essere cittadini nel senso più alto del termine, interessati al bene comune, alla vita della Polis. Al contrario, fa ribrezzo la totale indifferenza con cui in tanti non si sforzano nemmeno di portare in mano una mascherina. D’altronde siamo il popolo incapace di fare anche solo una normale fila alle poste o in aeroporto. Dispiace, come detto, che non sempre chi deve fare rispettare le regole sia davvero attento. C’è forse un po’ di lassismo nei controlli: qualche giorno fa, lungo corso Garibaldi, perfino un vigile era totalmente sprovvisto di mascherina.
Insomma, ripeto, non si tratta di fare la ramanzina. La situazione è difficile per tutti e prima lo si comprende appieno e prima ne usciremo. Lo dico nella piena comprensione di chi in queste settimane patisce la chiusura delle proprie attività. Certamente, però, l’inosservanza delle norme sociali non sarà da aiuto per le riaperture.
Andrea Lezzi (Rubrica BRINDISI VISTA DA ROMA – Agenda Brindisi 30 ottobre 2020)
Coronavirus: DPI e mascherine, servono controlli e rispetto
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