La Regione Puglia ha chiesto al Cda del consorzio Asi di approvare il bilancio e il piano triennale recependo il parere del collegio dei revisori. E non poteva che essere così. Appaiono pertanto ancora più preoccupanti rispetto a prima le reazioni che ci sono state contro quel parere non solo da parte di consiglio di amministrazione dell’Asi, dimostratosi inadeguato e superficiale e che nell’audizione presso la IV commissione regionale il 22 gennaio scorso si fece rappresentare dal consulente Pepe Milizia, oggi arrestato per la combine con il giudice Galiano, con le rispettive mogli, e l’imprenditore Massimo Bianco, fratello del presidente dell’Asi. E appaiono altrettanto inopportune, strumentali e superficiali , le reazioni stizzose, arroganti e infastidite del Pd di Brindisi, di BBC e dell’ing. Riccardo Rossi che, ribadiamo, ha la responsabilità del 66% della proprietà dell’Asi, nei confronti del consigliere regionale Amati e delle nostre prese di posizione. Dopo l’incontro in Regione del 29 gennaio scorso non ci possono essere più alibi e infingimenti per prendere le distanze dall’attuale gestione dell’Asi. E ci fa specie constatare che il consulente scelto da Bianco, vicino alla sua famiglia e alle sue aziende, con un incarico di oltre 30.000 euro a fronte di quello per poche migliaia di euro affidato a suo tempo ad altro professionista brindisino, non solo è costato di più ma ha fatto perdere tempo, soldi e ha contribuito a dare una impressione se non di mala gestione, ma di cattiva si. Sarebbe opportuno a questo punto che qualcuno dei soci, Comune di Brindisi e provincia in testa, verifichi anche quali altri incarichi e affidamenti esterni sono stati dati in questi anni, la loro provenienza e il loro legame con gli interessi dei componenti il cda dell’Asi. Lo ribadiamo a chi fa finta di non capire, l’Asi gestisce a ridosso della città un’area dieci volte più grande del perimetro cittadino e dove insistono tutti quei gruppi industriali nei confronti dei quali periodicamente si scaricano invettive il più delle volte gridate solo per fare rumore.
Le ultime vicende relative al bilancio e alla situazione finanziaria e contabile del consorzio avrebbero richiesto al sindaco di Brindisi che,nelle sue funzioni istituzionali, è socio di maggioranza, più attenzione ai numeri e alla regolarità amministrativa e meno sicumera come quella ostentata in qualche suo comunicato a difesa di un bilancio non corretto. Così come sarebbe richiesta più attenzione ai tanti problemi dell’area industriale che è un motore importante della economia cittadina. Ma questo sembra non interessare. A Brindisi, agli imprenditori, ai lavoratori, agli operatori portuali interessa e tanto. Il consorzio è servito negli ultimi anni a nominare amministratori, lontani dalla città e dalle imprese e in alcuni casi eterodiretti per intermediare interessi di singole imprese o di associazioni. Ed è servito anche agli amministratori nominati dalla politica a utilizzarlo per distribuire incarichi, fare qualche assunzione o qualche piacere al potente di turno. Di politica industriale niente, di servizi alle imprese pochi e quei pochi alcuni anche imposti. Anche in questo caso la storia rimane lì come ci eravamo lasciati ancor prima dell’attuale gestione. Infatti rimangono tutte aperte le questioni relative al futuro dell’Asi, alla sua utilità e al suo rapporto con la città. E’ tempo che il Sindaco e le forze che lo sostengono si occupino di questi problemi prima che altri decidano per loro. Gira una proposta di legge regionale di riforma dei consorzi inaccettabile per la logica di centralizzazione regionale di accorpamento dei consorzi che la pervade, lesiva della autonomia dei comuni e anacronistica dal punto di vista di politiche industriali innovative. Se fosse approvata sarebbe un altro colpo alla stessa città, alle sue potenzialità industriali e infrastrutturali e un altro “contributo” all’impoverimento del suo autogoverno. E come mi ha detto qualcuno … ci tolgono anche il consorzio ASI.
Lo sviluppo industriale della città non può essere delegato né all’attuale consorzio e né a questo carrozzone che ha in testa la regione Puglia per la sua riforma. I problemi della zona industriale sono i problemi del motore della nostra città. Ecco, di questo si dovrebbe discutere con una visione e una lungimiranza rivolte al futuro ed allo sviluppo, chiamando al confronto le piccole e le grandi imprese, chiedendo loro suggerimenti e coinvolgendole direttamente in una politica di servizi comuni e condivisi che forse per gestirli basterebbe un semplice regolamento di condominio. La storia si potrebbe cambiare sul serio in questo modo e non facendo le stesse cose di prima o continuando a mettere polvere sotto i tappeti o a condividere da complici un passato che non passa mai. E tutto questo senza andare a ricercare “competenze” a Francavilla. Allora non è lesa maestà occuparsi della regolarità amministrativa e contabile, dell’attualità e dell’utilità dell’Ente di cui la stessa normativa e la nuova strumentazione in materia di attrattività nelle aree industriali di investimenti e di imprese ne hanno di fatto esautorato funzioni e ruoli. Basti pensare alla istituzione delle Zes le cui funzioni e poteri sono in capo alle autorità portuali o alle agenzie di sviluppo della regione o alle procedure per la localizzazione di investimenti in capo a Puglia Sviluppo. Ed a proposito di Zes a cui il presidente dell’Asi si è dimostrato molto interessato avendo seguito da vicino quella delle aree da coinvolgere, è una coincidenza che ad essere nominata nel comitato di indirizzo della Zes per conto del ministero dei trasporti e infrastrutture, sia stata l’ing. Anna Lisa Formosi, anche lei di Francavilla e moglie o ex moglie di Pepe Milizia, il consulente scelto da Mimmo Bianco e oggi arrestato e anche lei agli arresti domiciliari perché coinvolta nei provvedimenti giudiziari di questi giorni? A pensar male è un peccato ma spesso ci si azzecca… diceva Andreotti. E in attesa che la magistratura faccia il suo corso quantomeno tutti e due si dimettano o siano rimossi dai loro incarichi che sono … pubblici.
Il coordinamento cittadino di Brindisi Left