Assolti “perché il fatto non sussiste” gli imprenditori brindisini Teodoro Grasso e Bruno Rollo, rispettivamente amministratori di IAS s.r.l. e Technologycom s.r.l., società che operano nel settore aeronautico. La Corte d’Appello di Lecce, presidente Lariccia, a latere Toscani ed Errico, ha ribaltato il verdetto di condanna emesso nel luglio del 2016 dal Tribunale di Brindisi, Giudice Cacucci (P.M. Buccheri), riconoscendo la piena legittimità della procedura seguita dai due imprenditori finalizzata alla erogazione di contributi agevolati statali e regionali richiesti, nell’ambito di diversi programmi di investimento, per la realizzazione di un ambizioso progetto aeronautico di elevatissima tecnologia (produzione e commercializzazione di sistemi aerei U.A.V. – Unmanned Aerial Vehicle) comportante un esborso complessivo pari a circa 20 milioni di euro. L’indagine avviata nel 2008 dalla Procura della Repubblica di Brindisi e condotta dal locale nucleo di Polizia tributaria della GdF aveva portato nel 2012 alla esecuzione della misura degli arresti domiciliari dei due noti imprenditori e al sequestro di beni personali e di proprietà delle due società per un valore complessivo pari a circa 20 milioni di euro ritenuto dagli investigatori equivalente al profitto dei reati contestati. A carico di Grasso e Rollo erano stati ipotizzati i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e di evasione fiscale per avere gli imputati, per un verso simulato la disponibilità, in capo alla Technologycom s.r.l., di una vasta area concessa dal S.I.S.R.I. al Rollo quale sito su cui si sarebbe dovuto realizzare il progetto imprenditoriale (poi di fatto realizzato); e per altro verso, per aver contabilizzato e rendicontato costi di investimento in realtà mai sostenuti o, in alcuni casi, “gonfiati” attraverso l’interposizione fittizia di società terze vicine al Grasso. La tesi accusatoria aveva retto nel giudizio di primo grado, all’esito del quale Teodoro Grasso era stato condannato alla pena di anni 4 di reclusione e Bruno Rollo a quella di anni 2 e mesi 9 di reclusione. Anche le due società, Ias e Technologycom, erano state ritenute responsabili e condannate ai sensi del D.lgs 231 del 2001. La sentenza era stata tuttavia appellata e nel corso del giudizio di appello la Corte aveva da subito ritenuto nulla la condanna seppure limitatamente alla posizione delle due società, trasmettendo così il fascicolo a Brindisi per celebrare un nuovo processo a carico delle stesse, poi conclusosi in udienza preliminare, nel novembre del 2020, con una sentenza di proscioglimento per intervenuta prescrizione degli illeciti contestati ai due enti. Il processo d’Appello era tuttavia proseguito per accertare le eventuali responsabilità delle persone fisiche, Teodoro Grasso e Bruno Rollo, e valutare la fondatezza degli addebiti riconosciuta dal giudice di primo grado. Grasso e Rollo, difesi nel giudizio di appello rispettivamente dal Prof. Avv. Vittorio Manes del foro di Bologna e dall’Avv. Gianluca D’Oria del foro di Lecce, hanno evidenziato in primo luogo come il suolo che avrebbe dovuto ospitare, come di fatto poi avvenuto, il complesso industriale oggetto di finanziamento, era stato effettivamente concesso dal S.I.S.R.I. a Rollo, il quale ne aveva dunque correttamente attestato la disponibilità nella domanda di partecipazione al bando della procedura agevolata POR Puglia, alla quale Technologycom srl e Ias s.r.l., nel frattempo consorziate sotto la denominazione di Skytech, erano state poi ammesse; in secondo luogo, i difensori hanno messo in luce la reale operatività ed il ruolo effettivo svolto da alcune società straniere che in tesi d’accusa il Grasso avrebbe utilizzato come fittizi intermediari per far lievitare i costi, poi rendicontati nell’ambito delle diverse procedure agevolate, di alcuni importanti macchinari acquistati da Ias e provenienti dagli Stati Uniti d’America. Infine, recependo i rilievi difensivi, la Corte d’Appello di Lecce ha considerato inattendibile, oltre che smentita dai fatti, la versione fornita da un teste d’accusa che aveva intrattenuto negli anni rapporti commerciali con Grasso e che aveva sostenuto, nel corso di un interrogatorio reso dinanzi alla Guardia di Finanza di Brindisi, che le fatture relative a lavori eseguiti sul cantiere ed intestate a Ias, fossero false. Gli interessati, sentiti telefonicamente dalla redazione, hanno espresso viva soddisfazione per il risultato raggiunto, senza tuttavia celare un sentimento di composta amarezza per la vicenda giudiziaria che li ha visti loro malgrado protagonisti.
Grasso e Rollo hanno così dichiarato: “Siamo naturalmente contenti del fatto che la Corte d’Appello abbia finalmente riconosciuto, dopo dieci anni di calvario giudiziario, la correttezza del nostro operato, soddisfazione comunque appannata dagli ingenti danni d’immagine ed economici che ci hanno colpito e che nessuno mai potrà ripagare. Non è facile svolgere attività d’impresa, tanto più nelle nostre regioni del sud Italia, ma siamo oggi quanto mai fieri ed orgogliosi di aver creato due realtà, IAS s.r.l. e Technologycom s.r.l., che sono da tutti riconosciute, anche a livello internazionale, come un fiore all’occhiello del settore aerospaziale italiano. Desideriamo esprimere riconoscenza ai nostri difensori, il professor Manes e l’avvocato D’Oria che, assistendoci con indiscutibile competenza e professionalità, ci hanno permesso di affrontare questa dolorosa esperienza con la giusta consapevolezza che la giustizia avrebbe fatto il suo corso sancendo definitivamente, e in modo ampiamente liberatorio, l’assoluta infondatezza dei reati che ci venivano contestati”.
La notizia del proscioglimento degli imprenditori Grasso e Rollo è stata accolta con soddisfazione anche da Confindustria Brindisi: “Entrambi facevano attivamente parte della nostra Sezione Aeronautica – ha dichiarato il Direttore Angelo Guarini (foto) – ed aggiungo altresì che Bruno Rollo ricopriva importanti cariche associative essendo all’epoca dei fatti vice-Presidente del nostro Comitato Piccola Industria, in rappresentanza delle piccole aziende aeronautiche nonché componente del Consiglio Generale. Ora ci auguriamo vivamente che entrambi vogliano rientrare nel sistema confindustriale, da cui erano volontariamente usciti all’inizio della vicenda giudiziaria. Sono convinto che i colleghi della nostra Sezione Aeronautica li rivedranno con molto piacere”.