Autore: Attualità IN EVIDENZA

Conflitto Russia-Ucraina: un cumulo di macerie e di errori

Con l’amaro in bocca e il cuore spezzato, da giorni assistiamo impotenti all’immane tragedia che si sta consumando in Ucraina. Le immagini che ci vengono dal teatro di guerra, i resoconti degli inviati, le interviste a quella povera gente che soffre e il permanente bla bla televisivo che ci conferma lo stato di grave infodemia in cui versa il mondo, scatenano reazioni a catena di tipo emotivo, mentre l’analisi raziocinante viene delegata ai soli addetti ai lavori. Cerchiamo invece di contenere le varie suggestioni per leggere la realtà in maniera fredda e pragmatica. Questa brutta storia parte da lontano e si fonda su gravi errori commessi da tutti gli attori in campo.

Ha sbagliato Putin che, nel suo delirio di onnipotenza, non capì, già dal 2010, che la strada migliore per dare benessere e prestigio al suo popolo sarebbe stata quella di andare incontro all’Europa, favorendo intese, programmi, comunioni di obiettivi. E, nel fare questo, avrebbe dovuto curare anche i buoni rapporti con i cugini bielorussi e ucraini. Invece la sua hubris lo ha portato all’isolamento e a una fine politica ormai segnata e, si spera, imminente. Pensate a quanto enormi sono state le castronerie dette a suo tempo da Berlusconi e da Salvini in merito alla grandezza (sic!) del grande statista di Mosca. Gravi errori hanno poi commesso la diplomazia internazionale, la UE, l’ONU, le Intelligence occidentali e  i governi statunitensi che si sono via via succeduti. Possibile non abbiano capito che tipo di fuoco covava sotto la cenere del Cremlino? E in tutti questi anni precedenti, che fine hanno fatto le riunioni e gli accordi sul disarmo? In sintesi, prevenire è meglio che curare, non solo in campo medico. Ora vi prego di non trasalire perché sto per esternare un concetto davvero spiazzante e fuori dal coro.

Ha sbagliato, e di grosso, anche il Presidente Zelens’kyj il quale, dal primo minuto, ha ritenuto di vestire i panni dell’eroe resistente e impavido. Questo atteggiamento a prima vista nobile, porta in effetti a conseguenze tragiche e irreversibili. Volodymyr è un coraggioso ben nascosto e protetto nei bunker, il popolo ucraino che egli sprona alla resistenza più estrema è vittima sacrificale destinata al martirio. «Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi». Sì, io sono sempre con Bertolt Brecht. Forse il Presidente-comico avrebbe fatto meglio ad  attuare dal primo momento la strategia della non violenza. Novello Gandhi, avrebbe dovuto aprire le porte di Kiev all’invasore, accoglierlo in piazza con la sua gente, offrire mazzi di fiori ai soldati russi e chiedere loro «Cosa volete signori? Mi volete deporre? Ma non sapete che sono stato eletto democraticamente dal mio popolo?» Vladimir Putin, lo zar del piffero, avrebbe fatto una  figura di cacca interplanetaria. Adesso invece, con questa escalation, la pace è una chimera, e le previsioni realistiche sono solo due: 1) Bagno di sangue, distruzioni e morte, con i russi che comunque realizzano i loro obiettivi anche a costo delle pesanti sanzioni morali ed economiche inflitte dalla comunità internazionale; 2) Coinvolgimento bellico di altre nazioni e/o della NATO con conseguente apocalisse nucleare. A questo ci ha ridotto la matta bestialità degli umani.

Gabriele D’Amelj Melodia

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