Il tema delle strategie di sviluppo del porto di Brindisi e della sua retroportualità, di come potenziarne l’infrastrutturazione, con quali risorse finanziarie e per quali obiettivi, è da tempo al centro di un dibattito senza dubbio vivace ed appassionato, forse anche in misura eccessiva fonte di polemiche. Ad ogni modo, tutto ciò appartiene purtroppo alla categoria dello sviluppo ‘parlato’ piuttosto che realizzato, sprecando intanto uno dei fattori fondamentali (soprattutto nelle attuali dinamiche dell’economia)dello sviluppo : il “tempo”. Su questi argomenti si è tenuta pochi giorni fa una riunione della Sezione Trasporto, Porto e Logistica di Confindustria Brindisi con l’ampia partecipazione delle principali aziende che operano nel porto di Brindisi. Durante la riunione sono emersi spunti di valutazione particolarmente critici in merito alla ‘storica’ infrastruttura logistica del territorio, il porto di Brindisi, che in questa particolare fase (transizione energetica)ha l’urgente necessità che si condividano le procedure autorizzative e che si dia corso alla realizzazione delle numerose opere infrastrutturali previste ed in larga misura già finanziate dal Piano Operativo triennale approvato dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale. È stato da tutti evidenziato che la fase di transizione energetica, da tempo in atto, per quanto concerne il porto comporta con urgenza la ricerca di traffici alternativi alla movimentazione del carbone, intorno ai quali si sono dovute da tempo strutturare la portualità e soprattutto le imprese portuali, che impiegano un rilevante numero di unità dirette. Nel portare all’attenzione di tutti gli stakeholder – dal momento che il porto è un patrimonio comune della collettività territoriale, all’interno del quale devono continuare a coesistere i diversi interessi – la situazione di grave disagio e di indeterminazione di prospettive delle imprese operanti nel porto, Confindustria Brindisi evidenzia la necessità che si attivi con la massima sollecitudine un ‘tavolo’ a livello territoriale, capace di fare sintesi tra le diverse istanze e proposte ed in esito al quale finalmente scaturiscano soprattutto soluzioni condivise, da portare anche all’attenzione del Governo nazionale. Il mondo delle imprese non può rassegnarsi al declino socio-economico del territorio, se dovessero prevalere le logiche sterili delle contrapposizioni, che di fatto paralizzano qualsiasi prospettiva di sviluppo.
Nella foto il commissario di Confindustria dottor Gabriele Menotti Lippolis.