Nessuna persona intelligente e con un minimo di raziocinio avrebbe fatto e reso pubblico quel video come invece ha fatto Beppe Grillo. Più che un video sarebbe meglio definirlo «boomerang», poiché avrà come effetto probabile quello di danneggiare ulteriormente il figlio, oltre a far rilevare una mancanza di rispetto nei confronti della vittima e infliggerà indiscutibilmente una mazzata non da poco alla sua «creatura» politica. Guardando il video risulta palese lo stato di agitazione e di grave prostrazione del comico genovese che evidentemente, in quel momento, avrebbe avuto particolarmente bisogno di un valido supporto psicologico. Solo un padre in preda ad una fortissima disperazione e ad un gravoso conflitto personale sul proprio ruolo genitoriale può essere indotto a commettere una sciocchezza del genere.
Questa vicenda, che già vede commenti di ogni genere e scontate strumentalizzazioni personali e politiche, offre una vasta gamma di temi sui quali si discetterà nei prossimi giorni e non mi passa neanche lontanamente per la testa addentrarmi in tali tematiche. Innanzitutto perchè è giusto che ogni risvolto sia trattato con competenza e col dovuto rispetto che merita ogni questione che si analizza, e poi perchè il direttore Antonio Celeste si agita quando non vengono trattati argomenti prettamente locali, ma stavolta pazienterà. In poche parole lasciamo parlare gli «esperti» di psicologia, di politica, di giustizia, delle questioni di genere che per un po’ prevarranno sugli immunologhi, virologhi ecc. con buona pace del Covid.
Ma su un argomento vorrei esprimere un pensiero: quello del rapporto tra genitore e figli perché credo che questo sia l’aspetto più rilevante e perché è un problema che riguarda ognuno di noi e che, con i limiti che ci accompagnano, siamo tenuti ad affrontare. E già, perchè su questo tema siamo tutti, volenti o nolenti, «esperti», tutti abbiamo fatto le nostre brave esperienze pagandole qualche volta a caro prezzo e in alcuni casi hanno lasciato cicatrici indelebili sulla nostra pelle. Spesso i ragazzi – anche noi quando lo eravamo – si fanno prendere la mano, in particolare quando sono in gruppo, quando formano un branco. In tali casi o hanno una solidissima educazione che ha inculcato ferrei principi o la possibilità di commettere qualche cazzata è alta. Dico una ovvietà, fare il genitore è molto difficile, credo che sia il «mestiere» più complicato del mondo, anche perchè non esiste nessuna scuola che insegni ad esserlo, come evitare gli errori e gli eccessi che alcune volte contraddistinguono i rapporti padre-figlio. Tutto ciò soprattutto in un paese come il nostro che è primo al mondo nel considerare la famiglia – col suo sistema di parentele, tradizione, posizione sociale e di solidarietà al suo interno – come predominante sugli altrui diritti e sugli interessi della stessa collettività. Insomma siamo portati a considerare che «i figli so piezz’e core» e come tali vanno trattati e coccolati, e soprattutto difesi, anche nei piccoli avvenimenti, oltre ogni evidenza e misura. Quante volte un genitore fa finta di non vedere per egoistica comodità, probabilmente per evitare discussioni, che in quel momento non si ha voglia di affrontare, o per scansare una realtà non comoda, poco piacevole. In casi del genere l’unico risultato che si raggiunge è di non risolvere il problema (se c’è) e di farlo incancrenire. Non so quanti, ma qualcuno certamente si sarà trovato a dover fronteggiare situazioni poco piacevoli che avrebbero potuto segnare il futuro del proprio figlio. Ed ecco che in tali situazioni la soluzione istintiva (per i motivi anzidetti) è quella di salvare il salvabile anche a costo di far passare i propri figli per «coglioni» piuttosto che far assumere loro le proprie responsabilità, forse segnandone il futuro. Immagino che ognuno di noi, se potesse «riavvolgere il nastro», riparerebbe di corsa qualche errore fatto. Ma sarebbe meglio prestare prima maggiore attenzione, e soprattutto tempo, all’educazione dei figli perché in quei momenti si fa qualcosa di straordinariamente importante: stiamo costruendo e gettando le basi per la società del futuro. Al momento, però, non sembra che per taluni aspetti sia migliore. Qualora e quando gli «errori» fatti ci dovessero presentare il conto, disperarsi potrà essere comprensibile ma poco giustificabile e saremo soli nel rivedere il film delle nostre manchevolezze.
Giorgio Sciarra (Rubrica ZONA FRANCA – Agenda Brindisi 23 aprile 2021)