Il contrasto all’ esercizio illegale dell’ attività venatoria da parte dell’ Arma dei Carabinieri, in provincia di Brindisi, si articola anche sulla verifica della regolare detenzione di armi e munizioni.
A seguito di approfondimenti eseguiti dal Nucleo Investigativo (NIPAAF) dei Carabinieri Forestali di Brindisi, nel corso di un accertamento congiunto i Carabinieri della Stazione di Carovigno ed i Carabinieri Forestali del Nucleo di Ostuni hanno rinvenuto, presso l’ abitazione di un cacciatore carovignese, un numero di munizioni di molto eccedente i limiti di legge (1.500, a norma dell’ art. 97 del Regolamento di attuazione del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza – TULPS), oltre il quale si rende necessaria l’ autorizzazione del Prefetto, tramite denuncia all’ autorità di Pubblica Sicurezza.
I Militari hanno infatti censito 4.190 cartucce da caccia di diverso calibro, di cui 17 a palla unica (quelle solitamente utilizzate per le “battute” al cinghiale): per queste ultime vige sempre l’ obbligo di denuncia, indipendentemente dal numero. Quindi hanno proceduto, nell’ immediatezza, a deferire in stato di libertà, alla Procura della Repubblica di Brindisi, il soggetto controllato, contestandogli il reato di cui all’ art. 697 del Codice Penale (detenzione abusiva di armi e/o munizioni).
Contestualmente sono stati sottoposti a ritiro cautelare gli 8 fucili detenuti e le munizioni (unitamente alla licenza di porto di fucile per uso caccia), dando comunicazione al Prefetto, come previsto dal Testo Unico. La norma si giustifica con la ratio di prevenire e reprimere eventuali situazioni di abuso; se il detentore non provvede, entro 150 giorni dal provvedimento, alla cessione del materiale ritirato dalla polizia giudiziaria (per conto dell’ autorità di governo), lo stesso viene sottoposto a confisca.