Magari non ci abbiamo fatto caso, ma la pubblicità è l’allegra colonna sonora della nostra vita. Ci segue come un’ombra sin dalla tenera età. Dal glorioso «Carosello» in avanti, questa sorta di angelo custode laico, attraverso i suoi continui suggerimenti, ci guida e indirizza nel percorso di zelanti consumatori,
Noi siamo cresciuti a pane e jingle, abbiamo ripetuto per anni le battute più felici di popolari personaggi. «Cynar, contro il logorio della vita moderna», sentenziava Ernesto Calindri (foto), tranquillamente seduto in mezzo al traffico. Gli faceva da sponda Nino Manfredi che, portando la tazzina alle labbra, esclamava soddisfatto «Il caffè è un piacere, se non è Lavazza che piacere è?». Le storie pubblicitarie sono come le favolette e noi, di fronte ad esse, ci comportiamo proprio come bambini: sappiamo bene che quel mondo fatato è illusorio, tuttavia abbiamo piacere a credere alle fole, perché questo ci consola.
I pubblicitari sono come i politici, promettono mirabilie che difficilmente rispondono a verità, ed è stato sempre così, fin da quando la pubblicità si chiamava «Réclame». I più vecchi ricorderanno l’infallibile ispettore Rock che mostrando la pelata diceva «Anch’io ho commesso un errore, non ho mai usato la brillantina Linetti». E quando mai una brillantina è in grado di curare il bulbo pilifero? «Bugie, mie sorelle tenere», strillava qualche anno fa lo sfigato Marco Masini …
Anche oggi assistiamo a presentazioni di prodotti miracolosi almeno quanto il famoso elisir del dottor Dulcamara. Piastre prodigiose che, messe sullo stomaco, in pochi giorni fanno venire una tartarugona da urlo, cerotti medicinali che eliminano il torcicollo, tonni sott’olio così teneri che si tagliano con un grissino (provate!), filetti di sgombro alla griglia che in tv sembrano enormi e che invece si rivelano minuscoli.
E le pubblicità dei rasoi? Per anni ci siamo rasati con un usa e getta uniama, e andava benissimo. Poi sono arrivati i bilama, i trilama, come se si dovesse rasare un uomo di Neanderthal, comincio a pensare che forse sono sul mercato anche gli esalama, chissà … Poi c’è la classica bugia di quelli dei divani: «Affrettatevi, la promozione termina domenica prossima!». Non ci crediamo più, è inutile che continuate a dire panzane! Così come non crediamo che quei galletti siano davvero di Amburgo, e costano molto perché sono nani. Noo, sono polli adolescenti, magari di Frosinone!
E che dire di quello spot per apparecchi acustici «invisibili»? «Nessuno si accorgerà che li indossi», sussurra una voce bugiarda e la signora sorda, ancora più falsa, «Nemmeno la mia parrucchiera se n’è accorta!». Ma come, hai due scarrafoni nei padiglioni auricolari e non li vede nessuno? A cecati! Sì, «La vita è proprio un paradiso di bugie» …
Bastiancontrario (Rubrica CONTROVENTO – Agenda Brindisi – 6 novembre 2020)
Cara pubblicità, bella e bugiarda
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