Le piazze e le vie, come è noto, sono intitolate a illustri personaggi defunti da un pezzo. E meno male! Se costoro fossero ancora in vita e vedessero lo scempio dei luoghi loro dedicati, porterebbero in tribunale i responsabili dell’offesa e forse qualcuno metterebbe mano anche allo spadino. Fatevi un giro per la città e soffermatevi in alcuni siti di maggior prestigio dal punto di vista dell’alta dedicazione: Piazza Botticelli, largo Machiavelli, largo Ariosto (quartiere Paradiso), e ancora, nel quartiere Santelia (io lo scrivo unito perché sospetto si tratti di un omaggio all’architetto, non all’ennesimo santo), osservate i luoghi che ricordano celebri artisti quali Paolo Uccello, Tiepolo, Signorini, Pellizza da Volpedo (per i residenti spesso «Pelliccia»). Si dirà che questo succede ovunque: in tutte le periferie del mondo c’è lo stridente contrasto tra nome altisonante dei luoghi e squallida realtà. Vero, ma non per questo giustificabile. Però noi a Brindisi abbiamo qualcosina in più: riusciamo a periferizzare anche ciò che è al centro o comunque nell’area nobile del paesaggio e della bella veduta. E’ il caso di quel serpentone che, partendo da via Ciciriello, sale dolcemente verso il Casale.
Si tratta del lungomare dedicato a messer Amerigo Vespucci (foto), esploratore fiorentino noto in tutto il mondo per aver dato il nome al nuovo continente. Quel chilometro di strada che si affaccia sul porto interno meriterebbe di essere allestito e fruito come un salotto sul mare. Dovrebbe essere la nostra promenade, uno dei fiori all’occhiello della città e invece … Chi è, di grazia, il dirigente responsabile degli arredi urbani che ha fatto installare quell’obbrobrio di panchine in cemento che riescono ad assommare la bruttezza alla scomodità? Nemmeno nella «frugale» Sparta c’era nulla di simile! Non ci sono fioriere, le aiole che un tempo ospitavano le palme sono tristemente vuote come gengive di vecchioni. Non c’è una fontanella, dei cestini, una piccola area coperta, niente! Meno male che ci sono i tre cubi-Kaaba che raccolgono centinaia di giovani pellegrini che animano il luogo, peraltro nemmeno molto tranquillo dal punto di vista della sicurezza e del silenzio per la mancanza di bande di rallentamento sul piano stradale.
Che dire poi dell’illuminazione? Quei coni di luce giallognola inducono alla malinconia e alla depressione: Sindaco, assessori, consiglieri, dirigenti, ma ce li avete gli occhi, ce l’avete un minimo di senso estetico? Piantare in quelle fosse degli oleandri (la pianta più bella ed economica dell’area mediterranea), installare panchine decenti, dei lampioncini e qualche fioriera, è impresa davvero ardua? Vogliamo cambiare la storia di questa città sì o no? In chiusura, ci voglio mettere un carico: quando ridisegnate il lungomare, commissionate al Maestro Carmelo Conte una statua del «navigator» Vespucci e sistematela nello spiazzo centrale per mitigare l’oltraggio che gli avete a lungo recato e per nobilitare quel pezzo di strada che invece è stato tenuto sempre in modo assai plebeo.
Bastiancontrario (Rubrica CONTROVENTO – Agenda Brindisi10 luglio 2020)