Autore: IN EVIDENZA L'angolo della cultura Rubriche

Camminare, per sentirsi liberi …

Con la primavera inoltrata, l’aria ormai addolcita e la natura già esplosa in luce, odori e colori, la voglia di passare qualche ora all’aria aperta diviene pressante, sia per la voglia di evadere finalmente dalla forzata clausura urbana, sia perché da sempre, per istinto ed esperienza, sappiamo quanta rigenerazione fisica e mentale ci apportano le benefiche, rilassanti passeggiate. Camminare, sognare, null’altro … E dire che con una lunga passeggiata noi poniam fine alle ambasce del cuore e alle offese naturali che son retaggio dell’essere umano. E’ un destino da desiderare devotamente il muoversi, il camminare, perché quali mali possan venire se noi restiamo immoti, deve farci riflettere …
Ho gigionato un po’ con Shakespeare perché il Bardo era un instancabile camminatore, come del resto lo sono stati molti altri personaggi illustri del passato: Boccaccio, Rousseau, Kant, Wagner, Le Breton, Rigoni Stern. Tra i contemporanei persino Piergiorgio Odifreddi il quale, pur tetragono miscredente, ha voluto cimentarsi nel pellegrinaggio di Santiago di Compostela. Poi ci sono i grandi «professionisti», quelli che hanno realizzato reportage e scritto libri imperdibili: Paolo Rumiz («Istria e Fiume:viaggio tra i balcani», «A piedi», «Appia»), Erling Kagge («Camminare») ed Henry David Thoreau («Camminare»), un signore che ha dichiarato di non poter conservare la salute psicofisica «senza bighellonare almeno per quattro ore al giorno nei boschi e nei campi».
Molti pugliesi praticano trekking nell’alta Murgia, nei boschi di Martina Franca, nella foresta Umbra o sui monti Dauni. Per restare nel brindisino, appaganti escursioni si possono fare lungo la costa marina nord, nella riposante campagna di Serranova, sulle colline intorno a Ostuni e Cisternino, ma anche nel nostro splendido parco del Cillarese: non importa «il dove» ma piuttosto «il perché». Camminare è un gesto semplice, naturale, eppure, nell’era dell’iperconnessione e della mobilità meccanica invasiva, di cui i monopattini rappresentano l’ultima follia, resta un atto rivoluzionario, in quanto si ribella al conformismo e alla pigrizia della «maggioranza chiassosa». Onore quindi alla «minoranza silenziosa» che ricerca libertà e quiete, salute e ristoro, per gli occhi e per la mente. Camminare è come respirare, costituisce un paradigma esistenziale, perché è un tutt’uno con l’esistere. Si va avanti, soli o in compagnia, lasciandosi alle spalle pensieri e negatività, in un impegno fisico soft che favorisce lo spirito e fa ritrovare se stessi. La rivolta contro l’abitudine e la sedentarietà ci fa conquistare la consapevolezza del «fuori», un altrove distensivo che ci porta di volta in volta alla scoperta del nuovo, del non battuto, dell’imprevisto. E allora, andiamo alla scoperta di scorci poetici, di vecchi casolari o masserie, percorriamo prati e sentieri, attenti a non farci sfuggire tutto quello che, muovendoci in auto, non saremmo in grado di cogliere. Guardiamo la terra, gli alberi, il cielo, sentiamoci parte di madre natura. Avendo cura di spegnere il cellulare, ovviamente.
Gabriele D’Amelj Melodia (Agenda Brindisi – 14 maggio 2021)

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