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Brindisi vista da Roma / Viabilità e servizi: la città alla prova estiva

Partita la Regata, partita la stagione. Come da consuetudine possiamo ufficialmente dire che in città è cominciata l’estate. Certo, le temperature toccavano livelli infernali già da un po’ ma per decretare l’avvio della stagione estiva, ed esser fedeli alla tradizione, bisognava aspettare la Brindisi-Corfù.
Nel primo weekend con la nuova ordinanza che prevede la pedonalizzazione di buona parte del centro, la città ha retto l’afflusso di cittadini e visitatori. Resta, tuttavia, un piccolo rammarico per la scelta di tenere chiusi i due corsi tradizionalmente aperti al traffico – Roma e Garibaldi – che potrebbero, invece, garantire molti posti auto a chi sceglie di venire in centro e, soprattutto, alleggerire l’affluenza delle vetture che si riversano, invece, nelle stradine del centro.
Ha senso vietare il passaggio su un vialone che non è caratterizzato dalla presenza di beni storici e obbligare, invece, le auto a imbottigliarsi in via Filomeno Consiglio? Dove non vi sono nemmeno i marciapiedi. Quante volte ho assistito a scene in cui famiglie a piedi rimanevano bloccate con carrozzine nel traffico tra lo smog. Al contrario, sui corsi vi sono già enormi marciapiedi, non vi sono tantissimi locali – motivo per cui ad esempio si chiudono giustamente altre vie – e i ristoranti e bar presenti sono già predisposti per il passaggio delle auto, con pedane e arredo urbano che proteggono i clienti.

Aprire le arterie del centro – e chiudere il vero centro storico – permettendo poi di defluire verso via del Mare e via Spalato potrebbe rappresentare una soluzione per decongestionare le strade non interessate dall’ordinanza e, contemporaneamente, offrire ulteriori luoghi di accesso in pieno centro.
Un plauso all’Amministrazione, invece, va fatto riguardo la scelta di avvalersi del supporto dei volontari dell’Associazione nazionale della Polizia di Stato – che ringraziamo davvero per l’impegno – per il presidio degli accessi alle zone pedonali. Troppe volte negli scorsi anni avevamo assistito all’ingresso d’abuso di auto e – soprattutto – motorini all’interno delle zone chiuse al traffico. Spesso i soliti maleducati riuscivano ad accedere e aggirarsi nelle strade piene di passanti, soprattutto nella zona dei locali e dei ristoranti – come piazza Dante – mettendo anche a rischio, con moto e auto, l’incolumità dei pedoni.
Bene, dunque, che sia stata trovata la strada per uno strumento utile e degno di una città turistica come la nostra.
A tal proposito, già in questi primi weekend estivi il Capoluogo vede la presenza di numerosissimi visitatori. Anche tra i brindisini, come è comprensibile, c’è voglia di uscire per mangiare e bere fuori, di divertirsi in città.
Settimana dopo settimana questa condizione andrà aumentando, sia per il successo straordinario che la nostra Regione ormai da anni sta facendo registrare in ambito turistico – con ricadute anche per Brindisi – sia per l’aumento dell’offerta culturale dell’estate, che porterà ulteriore fermento in città.
Riguardo l’afflusso importante di persone in centro sarebbe utile tornare su un piccolo grande tema, che può anche apparire superfluo ma che non lo è affatto. Proprio in vista di grandi eventi, di afflussi importanti per le strade, andrebbe ripensata l’organizzazione dei servizi igienici per turisti e cittadini. In città vi è qualche struttura – abbastanza datata quando non proprio fatiscente – nella zona di via del Mare e di Piazza Mercato. Mentre è ancora limpido per tanti brindisini il ricordo dei bellissimi bagni diurni di Piazza Cairoli (tristemente murati alcuni anni fa), ad oggi la situazione è piuttosto imbarazzante. Per chi viene in città, magari dopo un bel giro turistico, l’alternativa è chiedere di usufruire dei bagni di qualche locale.
Al contrario, una città che ha l’ambizione di diventare un polo attrattivo per i visitatori non può fare a meno di dotarsi di questo tipo di servizi. Si possono realizzare con meno risorse di quanto si pensi, con strutture mobili – ben fatte, non di certo i classici wc chimici – o all’interno di edifici pubblici. Per esempio, in molti palazzi dell’amministrazione, pubblicizzando su mappe e app dove poterli trovare.
Addirittura in molte zone del mondo – tante città della Germania, e poi a Londra e Washington – ci sono programmi comunali attraverso i quali le amministrazioni pagano agli esercizi privati un piccolo canone mensile (che si potrebbe pensare anche come detrazione su tasse locali) per tenere aperti i bagni al pubblico. Non solo ai clienti, ovviamente, ma proprio in virtù di questo accordo anche agli esterni, che possono individuare le strutture che aderiscono all’iniziativa grazie a un adesivo posto in vetrina attraverso il quale si comunica che si possono usare i servizi igienici senza fare acquisti. Una soluzione pratica e vantaggiosa per tutti.
Andrea Lezzi (Rubrica BRINDISI VISTA DA ROMA – Agenda 17 giugno 2022)

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