Quella che si è conclusa in questi giorni è stata probabilmente l’estate più importante che la Puglia abbia mai vissuto dal punto di vista turistico. Una stagione da tutto esaurito, che ha coinvolto appieno anche la nostra città, presa letteralmente d’assalto. Camminare lungo le vie del centro nelle sere d’agosto e ascoltare accenti francesi, milanesi o spagnoli è stata una vera soddisfazione.
Un po’ meno osservare come, puntualmente, si riesca a perdersi nelle piccole cose. Su aspetti che spesso abbiamo evidenziato anche in questa rubrica e sui quali – ahinoi – anche in vista dell’estate non si è intervenuti.
Mappa della città – Sarà che sul corso ci passo decine di volte al giorno ma davvero non mi capacito del perché non si intervenga per cambiare l’unica piantina turistica esistente in centro. Nei pressi di Piazza Vittoria, su un pannello a tre facce per la promozione degli eventi, c’è anche una raffigurazione per i turisti, con legenda e descrizioni. Anni fa fu vandalizzata con scritte spray e più volte chiedemmo di intervenire per la pulizia. Da almeno un anno e mezzo, invece, è tristemente rovinata, ingrigita, bruciata dal sole. Per i turisti è praticamente impossibile leggere qualsiasi cosa e più volte, questa estate, ho assistito a imbarazzanti tentativi di decifrare quanto scritto sulla cartina da parte di perplessi visitatori. È così difficile stampare un pezzo di carta di due metri? È possibile che, anche solo passeggiando sui corsi, nessuno dell’Amministrazione se ne accorga? E infine, perché non stamparne e distribuirne di più in diversi angoli del centro?
Raccolta differenziata – Ripropongo il quesito: perché in pieno agosto, nei giorni in cui il centro esplode di turisti, i marciapiede devono essere pieni di sacchetti di immondizia, a volte anche puzzolente, fin da inizio serata? Non si può immaginare una formula diversa per le principali strade del centro, prevedendo orari e zone differenti per il conferimento dei rifiuti? In molte città – ad esempio Salerno – avviene da anni.
Cestini e cassonetti – In molte località di mare ho notato con piacere l’esistenza di «cestini intelligenti», molto intuitivi e belli da vedere, con la divisione tra umido, carta, plastica e così via. Al contrario, nelle zone dei locali, ma soprattutto dei chioschi del lungomare, vi sono enormi bidoni per buttare qualunque rifiuto. Una soluzione anti-ecologica e antiestetica. Rimanendo in zona, inoltre, è possibile che da anni non si riesca a intervenire sui bidoni dell’umido, usati dalle pescherie, presenti in largo Sciabiche? Emanano un fetore nauseabondo e si trovano proprio a ridosso della zona – frequentatissima – dei ristoranti del porto. È davvero difficile coordinarsi per svuotarli nel tardo pomeriggio ed evitare un’ondata di puzza ai passanti?
Transenne erranti – Sembra che a Brindisi le transenne abbiano vita propria. Le puoi incontrare ovunque: nelle siepi, per terra, in mezzo alla strada, anche quando non vi è motivo. Vanno benissimo le chiusure serali di alcune vie, però nelle città normali qualcuno dovrebbe occuparsi di mettere e poi recuperare le transenne, magari con un furgone. Lungo i corsi, invece, vengono letteralmente abbandonate, urtate, spostate. Erano apparse, inoltre, delle belle transenne «turistiche», con al centro il logo e l’immagine della città: sparite. Ora, invece, si vedono solo quelle classiche «da cantiere».
Bancarelle abusive – Se ne incontrano ovunque, la sera. Sono quelle bancarelle improvvisate di giocattolini luminosi e rumorosi. Ora, tralasciando che si tratta di giochi pericolosi perché non a norma, tralasciando che si tratta di vendita illegale perché senza autorizzazione di alcun tipo, pur volendo chiudere un occhio e far lavorare quei poveri ragazzi, ma è possibile che s i debba lasciare i venditori abusivi a ridosso dei principali monumenti? Sotto la scalinata delle Colonne per esempio. Ma voi avete mai visto i venditori abusivi, stabili, in piazza Sant’Oronzo a Lecce oppure a Ostuni?
Si tratta di piccoli dettagli, ne sono consapevole, ma sono poi questi a fare la differenza con le altre realtà. La sciatteria, il degrado, la sporcizia non sono mai una bella cartolina per il ritorno.
Andrea Lezzi