Non se ne può più dei cumuli di rifiuti ingombranti abbandonati in tante zone della città. Ogni giorno le pagine web dei giornali locali sono piene di segnalazioni su piccole discariche nate agli angoli delle strade, soprattutto in certe zone del centro, dei rioni Commenda e Cappuccini. Ma in generale si tratta di un fenomeno che coinvolge tutta la città. Non si tratta quasi mai del singolo sacchetto di immondizia – che poi, comunque, si aggiunge all’insieme di robe ammassate – ma di veri e propri parti di abitazioni: porte, tubi, finestre, sanitari, infissi.
Se ci fosse una classifica nazionale degli oggetti più abbandonati in strada, probabilmente ai primi posti vedrebbe materassi e frigoriferi. Pensate che a Tivoli, laddove sorgono due ville straordinarie, di cui una Patrimonio dell’Unesco, tempo addietro fu rinvenuta una vera e propria «frigo-valley»: oltre sessanta ettari di elettrodomestici abbandonati, riversi su un terreno verde e pianeggiante, che tutto potrebbe ospitare tranne che un vero e proprio cimitero dei frigoriferi, peraltro a poche decine di metri dal fiume Aniene.
Questo caso è solo più emblematico ma di situazioni simili è pieno il Paese, non solo – come si potrebbe pensare – il Mezzogiorno ma tutta Italia. A Capodanno, la prima foto pubblicata online dal Sindaco di Bologna sulla sua pagina Facebook era quella di un divano letteralmente infilato nel bidone dell’organico. Anche nella evolutissima e pulitissima Bologna, dunque, gli incivili non mancano di certo.
Tornando alle situazioni di casa nostra, in questi giorni ha fatto scalpore una vera e propria discarica sorta all’angolo tra via Urbano e via Aleandro Girolamo, su cui – va detto – è intervenuta prontamente una squadra di Ecotecnica. Ma la domanda è un’altra: come è possibile abbandonare decine di parti di mobilio, di tubi in plastica lunghi alcuni metri, materassi e altri oggetti ingombranti e pesanti in così poco tempo? Si tratta di un’operazione non così fulminea e sicuramente rumorosa. È possibile che nessuno assista a tale scempio? Il dubbio è lecito anche se la speranza è che davvero questi deplorevoli atti accadano in piena notte, quando nessuno vede o sente nulla.
In generale, in situazioni del genere, la collaborazione dei cittadini rappresenta una delle armi migliori per la lotta ai furbetti. Perché evidentemente di furbetti si tratta: aziende, cittadini, che non in regola con i pagamenti della TARI si affidano a smaltitori abusivi.
Se guardiamo la situazione di Roma il fenomeno presenta diverse sfaccettature. Da una parte molti casi ricordano quelli sopracitati. Alcuni anni fa, da poco insediata, la Sindaca Virginia Raggi arrivò perfino a ipotizzare che vi fosse un «complotto dei frigoriferi» abbandonati per screditare l’Amministrazione. Un esempio che se da una parte fa sorridere, dall’altra ci dà anche la cifra di come nella Capitale questo tema sia vissuto con grande attenzione e apprensione. Ma oltre ai rifiuti ingombranti, nei quartieri residenziali vi sono anche problematiche legate alla presenza a bordo strada dei sacchetti di attività turistiche abusive – specie in centro storico – o di abbandono dell’immondizia al di fuori degli orari previsti dagli appositi accordi con le attività commerciali, ristoranti ecc.
Su questi fenomeni – che sul territorio hanno comunque un impatto importante – la Polizia Locale e la Municipalizzata dei rifiuti si sono strutturate con vere e proprie squadre di intervento. Agiscono sia in borghese, con appostamenti e monitoraggio delle strade più a rischio, sia attraverso azioni mirate, ma anche con piccole indagini che spesso prendono il via grazie al supporto dei cittadini. Spesso, difatti, accade che alcuni residenti riescano a fotografare con i cellulari i responsabili di una serie di atteggiamenti illegali, gestori di attività che lasciano bustoni in strada o magari sversamenti di scarti nei tombini ecc. Attraverso questi scatti amatoriali gli agenti del Nucleo Ambiente e Decoro – il NAD della polizia locale di Roma Capitale – riescono a individuare e sanzionare i responsabili, in piena collaborazione con l’Amministrazione locale.
Personalmente mi è accaduto di assistere a una chiamata per la presenza di alcuni bustoni di bottigliette di plastica, lasciati da qualche attività in una piazza storica della città. In pochi minuti una squadra è intervenuta riuscendo a scovare tra i rifiuti uno scontrino che riportasse all’attività colpevole dell’abbandono e, rintracciato e convocato il proprietario, si è quindi proceduto con una pesante sanzione.
Si tratta di strumenti che in grandi città sono evidentemente più necessari. Eppure, anche da noi potrebbero tornare utili, anche attraverso l’organizzazione di squadre miste che, unendo operatori e agenti di polizia locale possano lavorare su questa piccola grande emergenza cittadina. In primis, però, serve la massima collaborazione dei brindisini.
Andrea Lezzi (Rubrica BRINDISI VISTA DA ROMA – Agenda Brindisi 29 aprile 2022)
Brindisi vista da Roma / Rifiuti abbandonati, quali soluzioni?
(Visited 118 times, 1 visits today)