Qualche giorno addietro Riccardo Iacona, giornalista scrupoloso e apprezzato, ha dedicato una puntata del suo bel programma, Presa Diretta, al tema della povertà, emergenza silenziosa e sempre più dilagante nel nostro Paese. Un fenomeno sempre più preoccupante per dimensioni e forma, perché oltre ai poveri assoluti, il cui numero cresce a dismisura e che secondo l’Istat superano i cinque milioni e seicentomila, oggi coinvolge un’altra grande fetta di Paese. Quella che vive in bilico, tra precariato, lavori saltuari, difficoltà economiche. Chi ne fa parte viene identificato all’interno della categoria dei «poveri relativi». Oramai sono quasi nove milioni le persone, tra giovani, donne, piccoli artigiani, stranieri, che a stento riescono ad arrivare a fine mese e alle quali basta un piccolo inconveniente, una spesa imprevista – l’auto rotta, il dentista, la lavatrice da sostituire – per rischiare di non avere più nulla per mangiare. Passando da una settimana all’altra in piena condizione di povertà, dovendosi arrangiare per mettere un piatto in tavola. Proprio Presa Diretta ha raccontato questa tragica e attuale realtà, documentando il lavoro dei centri di assistenza alimentare presenti in molte grandi città, a partire dalla moderna Milano, dove ogni mattina, dalle sei, centinaia di persone, all’apparenza «normali» si mettono in fila per ritirare le spese preparate dalle associazioni. Cosa che accade anche in Puglia e a Brindisi, dove l’Amministrazione comunale, la Chiesa e numerose associazioni contribuiscono a sostenere diverse famiglie in difficoltà. Fa riflettere che proprio nelle ultime festività natalizie, secondo Coldiretti, la nostra regione superava la media italiana di incidenza di povertà relativa con il 27,5%. Si tratta del peggiore dato su scala nazionale: in pratica sono 800.000 i pugliesi in difficoltà, quasi il doppio di soli due anni fa, quando a necessitare di pacchi e buoni pasto erano poco più di 450.000. Numeri alla mano, dunque, l’impatto che la pandemia ha avuto sull’aumento dei nuovi poveri è stato a dir poco spaventoso. L’emergenza covid ha poi fatto emergere il ruolo chiave del Reddito di Cittadinanza, strumento complesso – al quale avevamo già dedicato un’analisi – che, piaccia o meno, ha consentito a molte famiglie di tirare avanti in questi anni difficilissimi. La trasmissione di Iacona ha dedicato alcuni approfondimenti proprio a questo aspetto. È interessante vedere come in molte realtà del Paese le Amministrazioni abbiano trovato alcuni sistemi per coinvolgere i percettori e dar loro la possibilità di prendere il sussidio, restituendo allo stesso tempo qualcosa alla comunità, attraverso piccoli lavoretti. Mansioni solo sulla carta di piccolo conto ma in realtà utili per la gestione ordinaria di una città: supporto negli uffici, aiuto nella gestione del verde, accoglienza negli spazi comunali e nelle biblioteche. Un aiuto concreto, dunque, che oltre a donare dignità a chi lo compie, permette anche di garantire l’espletamento di maggiori servizi da parte dei Comuni.
Mentre con l’insediamento del nuovo Governo si ragiona sul ridimensionare o eliminare la misura del Reddito – con tutte le conseguenze del caso -, la Puglia resta tra le prime cinque regioni per numero di sussidi. Ed è in questo contesto che andrebbero pensati nuovi e più rapidi strumenti di coinvolgimento dei percettori, che a Brindisi sono quasi 8.000. Da pochi giorni, ad esempio, a Bari esiste un accordo – in questo caso tra Comune e AMIU, l’Azienda d’Igiene urbana – che consente di impiegare 30 persone, percettrici del Reddito, con funzione di «facilitatori ambientali». Si tratta di operatori che – per adesso fino a dicembre 2023 – saranno a disposizione dei cittadini nel supporto del conferimento della differenziata presso gli eco-compattatori e le isole ecologiche distribuite in città. Un lavoro tanto semplice quanto utile, oltre che un bel ritorno di immagine per l’azienda e la città stessa. Anche a Roma, da qualche giorno, esiste un progetto simile, nato nel IV Municipio, e coinvolge 16 percettori che si occuperanno di piccoli interventi di potatura, cura del verde e di presidi una tantum per eventi. L’impegno sarà di otto ore settimanali e – aspetto importante – insieme alle attività di manutenzione del verde pubblico, verranno poi attivati percorsi formativi ad hoc. Non è vero, dunque, che è impossibile intervenire sulla parte della misura del RDC che ha funzionato meno: quella delle politiche attive per il lavoro. È giusto sostenere chi è in condizione di povertà, ma bisogna anche e soprattutto occuparsi del suo reinserimento, altrimenti la misura cammina su una sola gamba. Oggi queste iniziative dimostrano che si può fare, almeno partendo dal coinvolgimento nei Progetti per la Comunità. Da tempo a Brindisi si discute dell’attivazione di questi PUC ma oltre a diverse mozioni, una delibera di Giunta e un atto di indirizzo del Consiglio, il dibattito tra i Partiti è rimasto aperto, mentre di percettori impiegati concretamente nemmeno l’ombra.
Andrea Lezzi (Rubrica BRINDISI VISTA DA ROMA – Agenda Brindisi 10 febbraio 2023)