Autore: IN EVIDENZA Rubriche Vista da Roma

Brindisi vista da Roma / Day after regionali, scenari in evoluzione

Il day after delle regionali chiarisce solo in parte il complesso scenario politico all’interno degli schieramenti. È evidente che lì dove si vince, tutto sembra più semplice. E dunque, nonostante alcune fibrillazioni, il centrodestra conferma l’andamento positivo e – soprattutto – la sostanziale conservazione degli equilibri interni. Il voto rafforza dunque Giorgia Meloni, tutelandola per un po’ da possibili agitazioni da parte dei suoi alleati, anche se il rischio della polemica quotidiana è sempre dietro l’angolo. Berlusconi docet. Nel campo largo del centrosinistra – così largo da cambiare sempre forma – spiccano la crisi del centro, con un Terzo Polo mai del tutto decollato, lo stallo Dem e il mancato sorpasso da parte dei 5Stelle. La creatura «calendarenziana» nel Lazio vola bassissima mentre in Lombardia il progetto Moratti non sembra davvero decollare. Il rapporto tra i due leader centristi, peraltro, pare ogni giorno più logoro. Aspetto che rischia di compromettere il futuro del partito unico, soprattutto in vista del Congresso. Come detto anche il tanto atteso sorpasso grillino alla fine non è arrivato. Anzi, i risultati nelle due regioni al voto sono speculari con quelli del Terzo Polo. Al Pirellone il Movimento, che sosteneva il candidato PD Majorino, si ferma sotto il 4%, mentre i centristi di Renzi e co. prendono il 9% ma da soli. Una situazione simmetrica, appunto, rispetto a quella laziale, dove i grillini hanno preferito l’avventura solitaria candidando Donatella Bianchi ma fermandosi, alla fine, all’8,6% (alle ultime politiche nel Lazio avevano il 15%) mentre il Terzo Polo, in coalizione col centrosinistra, arranca al 4.9%. La divisione, dunque, sembra condurre alla sconfitta, da nord a sud. Eppure, non si capisce come poter unire grillini e centristi sotto lo stesso tetto, né si vedono segnali di vera ripresa dei Democratici. Del PD, qualcuno, scherzando, ha detto che alla fine, fingendosi morto, il Partito riesce comunque sempre a tener botta. E in effetti i Dem confermano il proprio ruolo guida nel campo largo, arrivando sopra il 20% nel Lazio e addirittura quasi al 22% in Lombardia. In entrambi casi comunque possono rivendicare il secondo posto dopo Fratelli d’Italia. Eppure, la situazione non è affatto rosea. L’emorragia di voti, quasi tutti finiti nell’astensionismo record, rappresenta una vera emergenza: al Nazareno ma anche per i grillini. Tra Pd e Movimento, infatti, nell’ultima tornata sono stati oltre tre milioni i voti persi: due in Lombardia e uno nel Lazio. Si dirà che la disaffezione per la politica è ormai la protagonista di tutte le dinamiche elettorali di questi anni. Eppure – ed è questo il dato nuovo e allarmante – non colpisce allo stesso modo gli schieramenti. Nel Lazio, ad esempio, il centrodestra consolida più o meno gli stessi numeri, mentre il popolo Dem e grillino ha in parte disertato le urne. Spinto – è questa la lettura di molti osservatori – dalla mancanza di una chiara proposta di Governo. In entrambe le regioni si è andati divisi e in entrambi i casi il progetto non è sembrato così competitivo. È chiaro, dunque, che il tema delle alleanze resta il più complesso. Partendo dall’assunto che prima degli accordi tra i Partiti magari si dovrebbero riportare le persone in piazza, attraverso politiche e posizioni chiare e convincenti, e poi consolidare questa forza nei seggi. E magari farlo con un progetto credibile e – ancor meglio – senza presentarsi divisi alle elezioni. È una missione, dunque, tutt’altro che semplice. Ancor più se si considera che i Dem sono in piena fase congressuale.

Guardando alla Puglia, in questi giorni Decaro ed Emiliano – che torna a non escludere più il terzo mandato –  sembrano vivere da separati in casa. Il Governatore, intanto, chiude la porta – in Consiglio regionale ma anche nei Comuni – ad Azione e Italia Viva. Con i grillini, invece, l’alleanza – teoricamente solida – di questi anni, rischia di incrinarsi in vista delle prossime Amministrative. Un appuntamento che coinvolge diversi comuni – da Foggia a Ostuni – compreso il nostro. A pochi mesi dal voto, anche a Brindisi non è chiaro come e con chi si presenteranno i diversi schieramenti. Se nel centrodestra continua a prendere quota la candidatura di un ex Primo Cittadino, molto apprezzato dai brindisini ma forse non così auspicato dai partiti più a destra della coalizione, nell’area riformista la situazione non è più semplice. Alcuni big nazionali del Movimento – si dice lo stesso Conte – spingono per un candidato forte di area grillina, con in pole due nomi molto apprezzati e conosciuti in città. Eppure, guardando all’attivismo delle ultime settimane a Palazzo di città – del tutto in coerenza con il costante lavoro di questi anni – nulla fa escludere la ricandidatura da parte del Sindaco uscente, ad oggi tutt’altro che smentita. Sarà, dunque, molto interessante capire come superare l’impasse.

Andrea Lezzi (Rubrica BRINDISI VISTA DA ROMA – Agenda Brindisi 17 febbraio 2023)

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