Ha alimentato un grande dibattito il caso di cronaca avvenuto alcune settimane fa nei pressi di Piazza Vittoria, quando alcuni minori aggredirono due ragazzi – anch’essi minorenni – nel pieno centro cittadino. Nonostante la giovanissima età di tutti i protagonisti, l’azione si rivelò piuttosto violenta, determinando l’intervento degli operatori sanitari. A distanza di qualche giorno, la settimana scorsa, un altro episodio di bullismo si è verificato sempre nel cuore della città, a discapito di un altro ragazzo minorenne. Alla fine, in poco meno di due mesi sono circa quattro gli episodi di violenza nei confronti di giovanissimi, sempre da parte di gruppetti di coetanei. Un fenomeno preoccupante, tanto che in molti hanno iniziato a parlare di un vero e proprio allarme baby gangs in città. La situazione è certamente preoccupante, ancor più perché ha come protagonisti quasi sempre i giovanissimi, ragazzi che dovrebbero godersi le prime serate di svago con i loro amici e che invece si trasformano, in qualche caso, in leader di gruppetti violenti. Anche per questo il primo cittadino ha richiesto un vertice in Prefettura, un apposito confronto per analizzare la situazione e organizzare al meglio gli interventi da attuare.
Ed è proprio su questi ultimi che si dibatte molto. Ha fatto notizia il Daspo emesso nei confronti di uno dei presunti autori dell’aggressione avvenuta a fine maggio nei confronti di due ragazzi. Il Questore ha scelto di procedere con la misura che prevede il divieto di accesso e di stazionamento in luoghi ben definiti. In questo caso si tratta delle zone della cosidetta movida. Al ragazzo, denunciato per il reato di lesioni personali presso il Tribunale dei Minorenni, è stato fatto divieto, dunque, di avvicinarsi nelle ore serali e notturne agli esercizi pubblici – dai pub serali ai ristoranti fino ai locali di pubblico trattenimento – che sorgono nell’area del centro compresa tra piazza della Vittoria e via Pozzo Traiano. In molti hanno fatto notare come l’allontanamento dalle zone dei locali non sia di per sé garanzia che questi comportamenti non possano verificarsi in altri luoghi, anche perché alcuni episodi in passato erano accaduti da altre zone della città, come – ad esempio – nell’area circostante al Monumento al Marinaio. In realtà. quella del Daspo si è rivelata spesso una misura vincente, soprattutto per i giovanissimi, un deterrente importante che però va abbinato a un significativo aumento dei controlli e a una serie di interventi di tipo sociale e culturale. Difficilmente si può pensare di trasformare la città in un fortino e oltre ai controlli servono tanta buona volontà e una serie di proposte capaci di coinvolgere i più giovani. Si tratta di un lavoro fondamentale di prevenzione affidato in primis alle Istituzioni, insieme alle scuole e alle Associazioni. Quando leggiamo le notizie di aggressioni da parte di giovanissimi pensiamo subito alle responsabilità delle famiglie. Perché atteggiamenti e cultura familiare giocano evidentemente un ruolo chiave nel «forgiare» comportamenti irrispettosi, sopraffattori e violenti. Ma le famiglie hanno una parte della responsabilità, da dividere con il resto della collettività.
Cosa fare, dunque? Non spetta di certo al sottoscritto addentrarsi in analisi sociologiche – anche perché non ne avrei le competenze – ma piuttosto vorrei sottolineare un aspetto. Anche in questa situazione le Istituzioni possono lavorare per ricucire quelle fratture sociali che esistono in una comunità. Non è un segreto che una città più attenta ai propri giovani è una città anche più sicura. E allora perché non lavorare intensamente su progetti capaci di coinvolgere i ragazzi nell’organizzazione degli eventi serali e in grado di animare e rendere più sicuro il centro storico? Aprendosi maggiormente alle necessità dei ragazzi, anche in tema di concerti, spettacoli dal vivo, esibizioni. Perché non offrire più occasioni di socialità che vadano oltre il consueto giro dei locali a bere un bicchiere? In tantissime città l’estate rappresenta un’occasione per organizzare eventi cinematografici gratuiti nelle piazze cittadine, ad esempio. Per non parlare, in ultimo, dello sport. In generale, anche i quartieri devono poter tornare centrali per la vita dei giovanissimi. La città non sembra essere così a portata dei ragazzi. Sicuramente un progetto interessante, in questo senso, potrebbe essere quello dei playground previsti in cinque quartieri cittadini, così come la realizzazione di piste ciclabili interne alla città, su cui si è a lavoro. Lo sport – come la cultura – può rivelarsi un grande elemento di contrasto al disagio sociale. Ma per prima cosa i giovani vanno coinvolti, oltre che controllati. Solo così i violenti, i cafoni, i cretini, diventeranno una piccolissima minoranza.
Andrea Lezzi (Rubrica BRINDISI VISTA DA ROMA – Agenda Brindisi 22 luglio 2022)